venerdì 20 febbraio 2015

Dal 24 febbraio "Il visitatore" al Teatro della Pergola

Da martedì alla Pergola in scena Alessandro Haber e Alessio Boni con Il visitatore, una commovente, dolce ed esilarante pièce di Éric-Emmanuel Schmitt, tradotta in 15 lingue e rappresentata in oltre 25 paesi. Una partita a scacchi fatta di parole e schermaglie tra Freud e un forestiero, forse Dio in persona, alle soglie della Seconda Guerra Mondiale. Una commedia intelligentemente leggera, che fa sorridere ponendo quesiti seri, esistenziali, che ci riguardano tutti da vicino. Traduzione, adattamento e regia sono di Valerio Binasco.


Giovedì 26
febbraio, ore 18, Alessandro Haber, Alessio Boni e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordinano Riccardo Ventrella e Pietro Bartolini, Direttore dell’Accademia Teatrale di Firenze. Ingresso libero.

 

Le parole sono importanti ed Éric-Emmanuel Schmitt, drammaturgo-scrittore-sceneggiatore belga di origine franco-irlandese naturalizzato parigino, i cui romanzi hanno venduto oltre 10 milioni di copie in 50 paesi, sembra coltivare la speranza che quando gli uomini si incontrano e si parlano possono, forse, riuscire a capirsi. Alessandro Haber e Alessio Boni, già insieme in Art di Yasmina Reza, si interrogano, confrontano e scontrano interpretando, rispettivamente, Freud e un misterioso visitatore, il Padre della Psicanalisi e l’incarnazione, chissà, dell’Onnipotente. Al suo debutto in Francia nel 1993 Il visitatore si meritò tre Premi Molière (Rivelazione teatrale, Miglior autore, Miglior spettacolo di teatro privato). Da allora la pièce è stata tradotta in 15 lingue e rappresentata in oltre 25 paesi. In Italia si ricorda l’allestimento di Antonio Calenda, con Turi Ferro nei panni ‘pirandelliani’ dello studioso e Kim Rossi Stuart nel ruolo di un neutrale Creatore. Ora la forza del testo che il regista Valerio Binasco mette in risalto è quella di affrontare temi grandi, ‘ultimi’, con una scrittura fresca, diretta, animata da una divorante vitalità e un pizzico di humour.

“Schmitt non ha timore di riportare in teatro argomenti di discussione importanti come la religione, la storia, il senso della vita, eliminando qualsiasi enfasi filosofica”, ha scritto Binasco, “Il visitatore è una rara commedia per attori, a patto che siano come Alessandro Haber e Alessio Boni, capaci cioè di sprofondare totalmente nell’umanità fragile dei loro personaggi e di evitare le insidie della retorica.”

La vicenda si svolge nell’aprile del 1938. L’Austria è stata da poco annessa al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti e gli ebrei vengono perseguitati in ogni angolo della città. Nel suo studio in Bergstrasse 19 Sigmund Freud, vecchio e malato da anni di cancro alla gola (morirà l’anno dopo a Londra), attende con ansia notizie della figlia Anna (Nicoletta Robello Bracciforti), portata via dalla Gestapo. Un tempo scandito da una solitudine angosciante finché dalla finestra non spunta un inaspettato visitatore, che fin dalle prime battute appare intenzionato a intraprendere una discussione alta, impegnata e impegnativa. Alessandro Haber assume con infinita e umana varietà le patologie dell’82enne indagatore dell’inconscio, con una voce roca e tenue, una camminata a passetti, un aspetto di genio ebreo ormai pressoché detenuto nel suo studio quanto fermo nella sue convinzioni.

“Sono un attore che ama la verità”, commenta Haber, “non mi piace recitare, piuttosto cerco di vivere appieno il ruolo che mi è stato affidato. Non mi risparmio mai: arrivo in fondo allo spettacolo che ho cambiato voce, passo, identità. Essere il Freud descritto da Schmitt mi travolge e sconquassa: ha cercato per tutta la vita di curare la psiche dell’uomo e ora improvvisamente appare davanti a lui un barbone, che potrebbe essere Dio, e che forse incarna proprio il suo doppio.”

Infatti, Alessio Boni è indotto da Binasco a ignorare la flemma dandy concepita per la sua figura da Schmitt, in favore di una presenza nomade, apolide, accuratamente grezza, personificazione mai dichiarata dell’Assoluto, ma più volte allusa. Oppure è più semplicemente un pazzo che si crede Dio?

“Nel testo originale il mio personaggio entra indossando un frac, il cilindro, il bastone e il mantello”, dice Boni, “una figura molto raffinata e benestante, che si scontra con un aristocratico dall’alto intelletto come Freud. Nel nostro spettacolo Dio diventa la persona socialmente più bassa, un disadattato, un clochard, un folle … si assiste così a una trasversalità: si parte dal basso fino ad arrivare al massimo livello rappresentato da Freud, che era uno psicanalista ed aveva continuamente a che fare con i pazzi. Questa scelta, a mio avviso, è vincente: per esempio, anche Shakespeare nell’Amleto parte dal basso – due becchini che parlano di un teschio – per poi arrivare ai dubbi e alla poesia sublime dell’essere o non essere.”

Freud gli crede, ma al tempo stesso non gli crede. Del resto, Dio non è disposto a dare dimostrazione di sé come fosse un mago o un prestigiatore. Si procede per dialoghi brevi o scambi assiomatici, la discussione lascia presto spazio a impressionanti manifestazioni della preveggenza del misterioso ospite. L’intelletto smanioso di Freud, la sua diffidenza atea, la sua riprovazione contro un’entità dello spirito che non frena il male devono fare i conti con l’amore, la tenerezza, l’armonia interiore, la consapevolezza di Dio. I due ‘lottano’ fino alla fine.

“Dio ha preso il corpo di un uomo, casualmente si è vestito così e va a parlare con Freud”, prosegue Alessio Boni, “questa antitesi rappresentata in scena da me e da Alessandro Haber crea come uno scontro tra due gladiatori, è il presupposto perché si affronti il tema del bene e del male, del coraggio e dell’etica, perché si parli, più in generale, dell’essere umano.”

Una discussione ogni tanto interrotta dalla presenza di un ufficiale della Gestapo (Alessandro Tedeschi), scenografata con visionarie pareti da Carlo De Marino, modellata con i costumi di Sandra Cardini, sonorizzata da Arturo Annecchino e illuminata da Umile Vainieri. Alessandro Haber e Alessio Boni giocano quindi a contrapporsi come le due facce opposte della vita, la conoscenza e il mistero.

“Cerco sempre di non deludere il pubblico e di impegnarmi in cose che abbiano un senso”, conclude Haber, “bisogna uscire dal teatro con la voglia di pensare. Ogni spettacolo per me non è mai solo uno svago.”

 

Interviste ad Alessandro Haber e Alessio Boni

di Angela Consagra tratte da ‘Pergola in sala’

 

Alessandro Haber

 

Come si è avvicinato a Éric-Emmanuel Schmitt?

“Sinceramente non lo conoscevo. Un paio di anni fa, mentre ero in tournée, mi è arrivata una telefonata in cui mi hanno offerto di interpretare questo testo. Leggendo le parole di Schmitt ho capito subito che si trattava di un materiale interessante e forte. Mi ha incuriosito perché l’impressione è stata quella di avere a che fare con parole potenti, anche se non ero ancora penetrato pienamente nell’essenza, così delicata e profonda, di questo testo. Quando si affronta un autore contemporaneo bisogna mettersi sempre alla prova e io adoro le sfide. Sono felice di condividere la scena con Alessio Boni perché sono anni (già con lo spettacolo Art) che viaggiamo insieme in tournée. Lo stimo molto, sia come uomo che come essere umano. E poi Valerio Binasco è stato un regista magnifico: ama gli attori, essendo lui stesso un attore, e oltre a dirigere ha accettato anche delle mie proposte interpretative. L’argomento dello spettacolo è vicino al pubblico perché sono domande, legate al senso della nostra esistenza, che toccano tutti noi.”

 

Che personaggio è il Freud che impersona sulla scena?

“Sono un attore che ama la verità: non mi piace recitare, piuttosto cerco di vivere appieno il ruolo che mi è stato affidato. Non mi risparmio mai: arrivo in fondo allo spettacolo che ho cambiato voce, passo, identità. Essere il Freud descritto da Schmitt mi travolge e sconquassa. Ci troviamo nel ’38 – nel periodo delle leggi razziali – e Freud ha un cancro alla gola, da lì a poco morirà. Ha cercato per tutta la vita di curare la psiche dell’uomo e ora, improvvisamente, appare davanti a lui un barbone, che potrebbe essere Dio, e che forse incarna proprio il suo doppio. Si assiste ad un incontro-scontro dove alla fine nessuno vince. Le domande del testo rimangono insolvibili: il mistero della vita e della morte, la conoscenza del male e del bene…”

 

Qual è la forza di questo spettacolo?

“È tutta nello scontro tra questi due personaggi, così come nella bravura degli altri interpreti: Nicoletta Robello Bracciforti, che sulla scena è mia figlia Anna, e il giovane Alessandro Tedeschi. Cerco sempre di non deludere il pubblico e di impegnarmi in cose che abbiano un senso: bisogna uscire dal teatro con la voglia di pensare. Ogni spettacolo per me non è mai solo uno svago.”

 

Alessio Boni

 

Come si è avvicinato a Éric-Emmanuel Schmitt?

“Quando arriva la proposta di un nuovo progetto prendo in considerazione non solo il personaggio da interpretare, ma valuto tanti aspetti come, per esempio, gli altri attori e il regista con cui dovrò confrontarmi. In questo caso Valerio Binasco è una persona che stimo molto, sia come attore che come regista, ed è stato un valore aggiunto per la scelta di questo lavoro. Schmitt ha scritto Il visitatore nel ’93 e ha preso le due massime antitesi, da una parte la fede estrema – forse addirittura Dio – e il massimo dell’ateismo dall’altra, il personaggio di Freud. Mette questi opposti sul palcoscenico e fa in modo che dialoghino. Nel testo originale il mio personaggio entra indossando un frac, il cilindro, il bastone e il mantello: una figura molto raffinata e benestante, che si scontra con un aristocratico dall’alto intelletto come Freud. Lui presta attenzione a questo strano individuo perché gli si presenta davanti un signore benestante e di una certa classe. Il regista Binasco, come prima cosa, mi ha detto di scardinare proprio questo aspetto: nel nostro spettacolo Dio diventa la persona socialmente più bassa, un disadattato, un clochard, un folle… si assiste così a una trasversalità: si parte dal basso fino ad arrivare al massimo livello rappresentato da Freud, che era uno psicanalista ed aveva continuamente a che fare con i pazzi. Questa scelta, a mio avviso, è vincente: per esempio, anche Shakespeare nell’Amleto parte dal basso – due becchini che parlano di un teschio – per poi arrivare ai dubbi e alla poesia sublime dell’essere o non essere. Sono autori lontani nel tempo ma che ci arrivano chiaramente perché parlano ancora al cuore dell’uomo.”

 

Che Dio è quello che impersona sulla scena?

“Dio ha preso il corpo di un uomo, casualmente si è vestito così e va a parlare con Freud. Questa antitesi, rappresentata in scena da me e da Alessandro Haber, crea come uno scontro tra due gladiatori, è il presupposto perché si affronti il tema del bene e del male, del coraggio e dell’etica, perché si parli, più in generale, dell’essere umano. Quando la Gestapo – il testo è ambientato a Vienna nel ’38, nel bel mezzo del Terzo Reich e delle leggi razziali – porta via la figlia di Freud avviene una specie di ribaltamento: uno dei più grandi intellettuali del mondo, il padre della psicanalisi e che ha scritto interi tomi affermando che Dio non esiste, crolla e si confronta con questa figura che viene a trovarlo. Chi sarà realmente il mio personaggio? Una proiezione della mente di Freud oppure il vero Dio che scende sulla Terra e vuole dialogare con il massimo dei non credenti … non si sa, ma non è importante. L’importante è ciò che accade in scena, cioè la disputa tra due uomini pensanti.”

 

 

BIGLIETTI

Prezzi

INTERI

€ 32,00 PLATEA ● € 24,00 PALCHI ● € 16,00 GALLERIA

Ridotti (escluso domenica)

OVER 60

€ 28,00 PLATEA ● € 20,00 PALCO ● € 14,00 GALLERIA

UNDER 26

€ 20,00 PLATEA ● € 16,00 PALCO ● € 12,00 GALLERIA

SOCI UNICOOP FIRENZE (martedì e mercoledì)

€ 25,00 PLATEA ● € 18,00 PALCHI ● € 13,00 GALLERIA

 

BIGLIETTERIA

Teatro della Pergola, via della Pergola 18, 055.0763333 biglietteria@teatrodellapergola.com.

Orario: dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 18.30.

Online su www.teatrodellapergola.com e tramite la App del Teatro della Pergola.

Circuito regionale Boxoffice.
 
Nicoletta Curradi

 

 

 

martedì 17 febbraio 2015

Ritorna a Firenze 'ARTOUR-O il MUST'

ARTOUR-O il MUST ritorna a Firenze con un’edizione  ricca di presenze molto significative, raddoppiando la sede espositiva del suo Museo Temporaneo. ARTOUR-O promuove il dialogo tra arte, impresa e territorio, l’Arte come sistema di Vita. In una città come Firenze, forgiata dallo spirito creativo del suo Rinascimento, ARTOUR-O il MUST ne sottolinea la vitalità e la potenza creativa che oggi, come allora, Firenze sa esprimere.
Il 18 febbraio 2015, alla presentazione del programma ARTOUR-O il MUST 2015 Firenze saranno presenti l’Architetto Tiziana Leopizzi, ideatrice di ARTOUR-O, il Professor Luigi Zangheri, Maria Federica Giuliani, Beatrice Grassi, Ippolita Morgese, Donata Spadolini ed Eugenio Giani. I loro interventi delineeranno le iniziative previste per questa XXI Edizione – XI Anno di ARTOUR-O a Firenze.Cos’è ARTOUR-O
ARTOUR-O il MUST è una piattaforma di progetti e di comunicazione dedicata alla promozione della creatività dell’arte contemporanea e del design, e in particolar modo alla tematica della Committenza, realtà strutturale della storia dell’arte italiana. Si rivolge agli addetti ai lavori prestando molta attenzione anche a giovani e ai bambini quali cittadini di domani. L’iniziativa, costituita da due appuntamenti annuali, il primo sempre a Firenze ed il secondo all’estero, in città diverse ogni anno, celebra la sua XXI edizione ed il suo XI anno.
Vi partecipano Aziende, Comuni, Fondazioni, Associazioni, Università e Musei che presentano la propria identità usando il lessico dell’arte e del design.
Programma ARTOUR-O il MUST 2015 a Firenze9 - 20 marzo 2015 Palazzo Medici Riccardi, via Cavour n. 5
Opening ore 18.00
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 18.00

A Palazzo Medici Riccardi
La Galleria delle Carrozze con ARTOUR-O a Palazzo - la sezione “Interior” - anche nelle Corti e nel Giardino
Al Primo Piano la mostra omaggio all’Elettrice Palatina “Undici Artiste a corte di Maria Luisa”
Madrina della mostra è Maria Paola Banchi Alberti.La spazio della Galleria delle Carrozze, da Via Cavour n.5 a Via dei Ginori n.12, per la prima volta assumerà le sembianze di un’elegante casa privata: accoglierà il visitatore con una zona ingresso, zone conversazione, studio, pranzo e una zona notte, allestite come un autentico ed ideale spazio abitativo impreziosito da sculture, dipinti, installazioni d’arte che ne completano l’arredo, opera dell’architetto e designer fiorentino Marzio Cecchi, di cui ricorre il 25° anniversario della scomparsa. I due ingressi alla Galleria delle Carrozze saranno presidiati da due coppie di “Guardiani” realizzati da Maurizio Balducci e Nino Ventura. All’interno opere di Marzio Cecchi, Ignazio Fresu e Daniele Lombardi.
Al primo piano il doveroso omaggio, fortemente voluto da Beatrice Grassi, all'Elettrice Palatina, con "Undici artiste alla Corte di Maria Luisa": Myriam Cappelletti, Gloria Campriani, Pola Cecchi, Laura Facchini, Giulia Gellini, Alda Giunti, Donatella Mei, Francesca Monti, Carla Sassaroli, Renza Sciutto e Gianna Scoino realizzano un’Esposizione nell’Esposizione, un Museo nel Museo nel quale prenderà corpo la performance di Pola Cecchi. Undici sono le artiste coinvolte nel progetto, undici come il giorno di nascita di Anna Maria Luisa de’ Medici, nata appunto l’11 agosto 1667.
Alla sorprendente inaugurazione saranno presenti personalità di rilievo internazionale, tra queste anche S.A.R. Mafalda di Savoia.
Tutti i Partecipanti Istituzionali e Privati che presentano gli artisti a Palazzo Medici Riccardi li ritroveremo anche a Villa Le Rondini, disegnando così un’ideale continuità artistica tra le due sedi di ARTOUR-O.
12 - 15 marzo 2015, Villa Le Rondini, via Bolognese Vecchia n. 224
Opening ore 18.00 Le Sezioni Interior, A Tavola, Focus, nel Parco, Kids, il gAt, ARTOUR-O d’Argento
Tutti i giorni parco e saloni ore 9.00-00.00

Villa Le Rondini è lo spazio elettivo delle giornate dedicate alla comunicazione e alla divulgazione dell'arte e dei suoi protagonisti, dove il dialogo tra artisti e committenti, appartenenti sia alla sfera del Pubblico che del Privato, si infittisce e si consolida. In questo spazio inedito che guarda Firenze dalle dolci colline fiorentine, ritroveremo il senso del tempo, il gusto del colloquio, il piacere dell’ascolto, il ristoro della mente e il riposo degli occhi che ovunque spaziano nel verde. Villa Le Rondini ospita sei momenti importanti di ARTOUR-O, i “Focus”, “A Tavola”, “Interior” (ovvero le mostre dei Protagonisti con cui abbiamo già fatto conoscenza a Palazzo Medici Riccardi), “Kids”, “Nel Parco”, “gAt” in cui i giovani artisti partecipanti dovranno interpretare il tema “Dante Alighieri 750 anni - Microsoft 40 Anni: Il Linguaggio eterno dell'Arte”.
A Villa Le Rondini, verrà assegnato anche il Premio ARTOUR-O d’Argento, che in precedenti edizioni ha premiato, tra gli altri, l’operato di Giuliano Gori, Luigi Bonotto, Valentino Mercati, Davide Viziano, Michelangelo Pistoletto... Quest’anno la targa è assegnata a Maria Stella Reali Bigazzi e a Mario Bigazzi, a Claudia Salaris e Pablo Echaurren.
Verrà inoltre consegnato anche il Premio ARTOUR-O dedicato a Maria Fulvia Leopizzi..
12 - 13 - 14 Marzo 2015 - A Tavola”: Nell’anno dell’Expo di Milano, il cui tema è “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, la Sezione “A Tavola” è più ampia del solito. Il menù realizzato dallo chef di Villa Le Rondini dal titolo “E su Marte porterei…” è strettamente collegato alla mostra ed esprime il rapporto che gli artisti hanno con il cibo. Questa formula, unica nel suo genere, è in grado di “occupare e legare” tra di loro in modo continuativo tutte le Città finora coinvolte da ARTOUR-O il MUST, funzionando da “moltiplicatore dell’attenzione”, dato che vive il territorio come contenitore privilegiato d’arte.
  ARTOUR-O “A Tavola” presso Villa Le Rondini
Per prenotazioni: +39 055 400 081
Referenti: Francesca Reali - Elisabetta Currado
  Premio “gAt” - a cura di Nicola Maggi e Francesca Bonan - Collezione da Tiffany Firenze
    I Protagonisti della XXI edizione
Archité Biblioteca d’Architettura Firenze - Art Art Impruneta - CAMeC Polo Museale - Spezia, Città di Mérida Extremadura Spagna - Comune di Assisi - Perugia - Comune di Impruneta,  IAC - Fi, Comune di Tolentino Macerata - Duchaley Shanghai - Fani Gioielli Firenze* - Fondazione Atchugarry Lecco e Uruguay - Fondazione Mu.di.ma Milano - Frattura Scomposta Milano - Fyr Navan Global Group Firenze Shanghai - Il Bosco d’arte di Gianni Firenze - ITTT Casa Museo  Imperia, Listone Giordano Perugia - MISA Mario Cipriani Guidonia Montecelio - MISA Florengas Gruppo Autogas Nord Firenze - MISA Fonte del Giglio Perugia - MISA Gruppo Viziano Genova - MISA Vallati Roma - National Historical Museum Albania - Museo Luzzati Genova - OMA Illuminazioni, TV-  Palazzo della Meridiana Genova, Paraxo C.C. Savona - Pierattelli Architetture S.r.l Firenze - Plastic Food Perugia - Spazio Eclettico Mondonico Lecco - Studio Bianchi UK - Studio Most Firenze*, Studio Petronzi Torino - Studio Ponte di Ferro Firenze - Villa La Vedetta Firenze - Villa Le Rondini Firenze.
  Artisti
Fabio Anfossi - Barbara Antonelli - Pablo Atchugarry* - Maurizio Balducci*- Gloria Campriani - Myriam Cappelletti - Tommaso Cascella - Marzio Cecchi* - Pola Cecchi - Vanni Cenerini* - Angela Chiti - Elisa Confortini - Elisa Corsini* - Angela Crucitti - Corrado de Ceglia - Tiziana De Franceschi - Luca De Silva - Nicola Evangelisti* - Laura Facchini - Giacomo Filippini - Alba Folcio - Ignazio Fresu - Giulio Galgani - Giovanni Galizia - Sun Gang - Marianna Gasperini - Giulia Gellini - Giuliana Geronazzo - Alda Giunti - Giua - Rodolfo Giustiniani - Andrea Granchi - KPK - Fukushi Ito - Ivan Lardschneider* - Daniele Lombardi* - Francesco Martera - Donatella Mei - Comincio Migliorino - Alfred Milot Mirashi* - Francesca Monti* - André Parodi Monti* - Pantaleo Musarò - Stephen Peng -  Emanuela Prato - Alessandra Pusterla - Franco Repetto* - Renza Sciutto - Carla Sassaroli - Gianna Scoino - Hye-Weon Shim - Stefano Soddu - Stream Colors - Jue Tang - Vania Elettra Tam - Nino Ventura* - Silvano Zanchi.
   Ente organizzatore Ellequadro Documenti Archivio Internazionale Arte Contemporanea e lo Staff di ARTOUR-O di Genova - www.ellequadro.com
Del Bimbo Fabrizio

Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani in anteprima nazionale a Firenze



Venerdì 20 Febbraio, ore 20.45, Cinema Portico
alla presenza dei registi e dell'attrice Jasmine Trinca
un evento di Quelli della Compagnia FST
Biglietti in prevendita alla cassa del cinema

Sarà Firenze ad ospitare, venerdì 20 febbraio,  (ore 20.45) al Cinema Portico (Via Capo di Mondo 66/68), l'anteprima nazionale di Maraviglioso Boccaccio, il nuovo attesissimo film di Paolo e Vittorio Taviani, alla presenza dei registi e di una delle protagoniste, Jasmine Trinca, un evento organizzato da Quelli della Compagnia FST (biglietti in prevendita alla cassa del cinema, posto unico €8). info: www.quellidellacompagnia.it.

Dopo Cesare deve morire, film premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino nel 2012, Paolo e Vittorio Taviani sono tornati dietro la macchina da presa ispirandosi a cinque novelle del Decamerone. Lo sfondo di Maraviglioso Boccaccio è quello della Firenze trecentesca colpita dalla peste, che spinge dieci giovani a rifugiarsi in campagna e ad impiegare il loro tempo raccontandosi brevi storie su tanti argomenti, con unico grande protagonista: l’amore, nelle sue innumerevoli sfumature, che sarà un antidoto contro le sofferenze e le incertezze di un’epoca.
“Raccontiamo questa storia - affermano i due registi di San Miniato - anzi queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida: ai colori cupi della peste – ieri come oggi la peste, in varie forme, è dappertutto – contrapporre i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia. Poi c’è il caso, come sempre, ma questo renderà più appassionante il nostro racconto”.
Maraviglioso Boccaccio è stato girato in buona parte in Toscana, con il supporto di Toscana Film Commission: al Castello di Spedaletto e Torre Tarugi a Pienza, i millenari Castello del Potentino, nel grossetano, e Badia a Settimo nel comune di Scandicci, Castello Romitorio a Montalcino e Palazzo Nobili-Tarugi (attribuito a Antonio da Sangallo il Vecchio) a Montepulciano, fino a Villa La Sfacciata, che si erge sopra Firenze con una vista unica al mondo.
Nel film, che si è avvalso del sostegno del Fondo Cinema della Regione Toscana, recitano (in ordine alfabetico) Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca e Josafat Vagni.
Dopo l'anteprima del 20, il film sarà in distribuzione nelle sale italiane a partire da giovedì 26 febbraio.


Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi

L'illusionista all'Alfieri di Firenze

MARTEDI' 17 FEBBRAIO
SPAZIO ALFIER,
Via dell'Ulivo


L'ILLUSIONISTA        Risultati
                                  immagini per l'illusionista

L’ ILLUSIONISTA
E' un film di animazione L’ ILLUSIONISTA (Titolo originale The Illusionist -Animazione, durata 80 min – Gran Bretagna, Francia 2010) candidato all’Oscar 2011, tratto da un soggetto di JACQUES TATI, e diretto da Sylvain Chomet regista di “Appuntamento a Belleville”
Al Centre National de la Cinématographie di Parigi giaceva da mezzo secolo una sceneggiatura – mai divenuta film – classificata come “Film Tati n°4″. La figlia di Jacques Tati, Sophie Tatischeff, ha preso a considerarla come una lettera d’amore inviatale da suo padre. Non voleva che restasse in un archivio ma non desiderava neppure (ovviamente) che finisse nella mani sbagliate. Ha ora trovato a chi affidarla con un esito soddisfacente.
Solo Sylvain Chomet, regista di Appuntamento a Belleville, poteva pensare di affrontare l’impresa di far rivivere Tati senza Tati. Lo fa con grande rispetto e, al contempo, con il piacere della rivisitazione. Perchè in un’epoca in cui solo il 3D sembra poter avere un pubblico, proporre un’animazione in 2D senza essere la Disney de La Principessa e il Ranocchio può costituire un rischio. Che però vale la pena di affrontare se si vuole andare a ricreare il cuore di una poesia che seppe (e sa ancora) farsi cinema Ringraziando per la segnalazione ,
ricordo che la proiezione il film di Sylvain Chomet candidato al Premio Oscar 2011 come miglior film d'animazione.
Dopo il successo mondiale di "Appuntamento a Belleville" il disegnatore francese si misura con una sceneggiatura inedita del grande regista e mimo JACQUES TATI

PROIEZIONI ore 17, 18.30, 20, 21.30 e 23
 presso SPAZIO ALFIERI in Via dell’Ulivo 6, tel 055-5320840 
INFO SU www.magicflorence.com
Del Bimbo Fabrizio



sabato 14 febbraio 2015

MOVIMENTO - la Creazione attraverso l'Azione organizzato dall'AICS

“ MOVIMENTO - la Creazione attraverso l'Azione” 

Il prossimo 20 Febbraio 2015, h.20:30 presso la Sala Polifunzionale AICS – Via L.La Vista,1/B – Firenze importante convegno. Ecco il programma :
Apertura della Rassegna: Giorgio Burdese – Resp.le Area Cultura AICS Firenze
Saluti:
Michele Pierguidi - Presidente Consiglio del Quartiere 2
Carlo Alberto Calamandrei - Presidente AICS  - Comitato Firenze
Maria Pia Olometri - Presidente CCN Le Cure
Presentazione della Rassegna e Coordinamento della serata: 
Caterina Nannelli – Presidente Commissione Servizi culturali, educativi Q2
Elisa Martini - Direttrice della Rassegna
Introduzione alla Danza: Enrica Ignesti: “Comunicare con il Corpo “ – membro C.D. AICS Firenze  
Prolusione di  Federico Fastelli – Saggista – Testimonial 1° Incontro  
Performance della Ballerina Giulia Cortigiano - Scuola “Liber Danz”
Interventi di :
“Comunicazione 2.0,informazione locale e giovani”
Francesco Ricceri – Direttore web magazine “Toc Toc Firenze –Una città non più invisibile”
“La narrativa breve inedita:una sfida cartacea nel mondo della Rete”
Carlo Benedetti -  Direttore rivista “Con.tempo”
“La letteratura nell’epoca della Nuova Arte, del Quarto Potere, del Digitale” 
Vincenzo Crescente - Direttore rivista “Indice di Gradimento - La letteratura e i media”
Performance di Daniela Rosso Kraus e Giulia Ciani – danzatrici e danzaterapeute – “Centro Studi Danza” 
Interventi di:
“Movimento e Azione in Psicologia: aspetti individuali e sociali”
Isabella Ciacci – Psicologa – FIGC- Settore Giovanile e Scolastico
“La nostra lotta col cervello che ribalta le lettere” 
Vittoria Hayun - Presidente Associazione Pillole di Parole
Chiusura finale con i ballerini Hip Hop della Scuola “Dance Performance”:
Valentina Burgio, Francesca Cavezza, Angela Lahrech, Martina Maiani, Yuri Simoncini, Ervis Zgena 

 Per ulteriori informazioni telefono AICS Fi: 055/561172 – 055/561173 -  e-mail: creailpresente@gmail.com
Del Bimbo Fabrizio

Alla Pergola di Firenze Claudio Bisio in FATHER AND SON

PergolaTeatroColore
Da martedì 17 a domenica 22 febbraio
Teatro dell’Archivolto
Claudio Bisio
FATHER AND SON
di Michele Serra ispirato a ‘Gli sdraiati’ e ‘Breviario comico’
con i musicisti Laura Masotto violino, Marco Bianchi chitarra
scene e costumi Guido Fiorato
musiche Paolo Silvestri
luci Aldo Mantovani
regia Giorgio Gallione
Durata: 90 minuti, atto unico

Inizia  martedì prossimo alla Pergola Claudio Bisio lo spettacolo racconta il rapporto padre / figlio senza pudori, con un linguaggio in continua oscillazione tra il comico e il tragico. Father and son, da Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra, regia di Giorgio Gallione, permette a Bisio di confrontarsi con un monologo di grande impatto emotivo. La forza satirica di Serra si alterna a momenti lirici e struggenti, con la musica in continuo dialogo con le parole. In scena, infatti, ci sono anche due giovani musicisti, Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra, che eseguono dal vivo brani di Paolo Silvestri.
Freud dava ai genitori due notizie, una cattiva e una buona. Quella cattiva: il mestiere del genitore è un mestiere impossibile. Quella buona: i migliori sono quelli che sono consapevoli di questa impossibilità. Father and son, dal titolo dell’omonima canzone di Cat Stevens, le conferma entrambe con sottile ironia, strappando applausi a scena aperta. Tra inventiva sfrenata, comicità, brutalità e moralità, uno straordinario Claudio Bisio riflette sul nostro tempo inceppato e sul futuro dei nostri figli, sui concetti – entrambi consumatissimi – di libertà e di autorità, che rivelano in filigrana una società spaesata e in metamorfosi, ridicola e zoppa, verbosa e inadeguata. Ispirato all’acclamato libro di Michele Serra Gli sdraiati e a Breviario comico, regia di Giorgio Gallione, questo irresistibile monologo disegna una società di “dopo-padri”, educatori inconcludenti e nevrotici, e di figli che preferiscono nascondersi nelle proprie felpe, sprofondare nei propri divani, circondati e protetti dalle loro protesi tecnologiche, rifiutando o disprezzando il confronto.
Bisio, nei panni del padre "imperfetto", restituisce ogni sfumatura del sottile equilibrio che separa la comicità della parodia dal crudo realismo, muovendosi tra i tavoli e le sedie della scenografia onirica di Guido Fiorato, immersa nel cangiante blu dei suoi pensieri, con un armadio sospeso che pare simboleggiare la precarietà della stanza disordinata del figlio. Le musiche di Paolo Silvestri – eseguite in scena da Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra – sono il contrappunto e l’interlocutore di tutto il soliloquio.
Da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo del padre, verboso e invadente quanto il figlio è muto e assente, a tratti spudoratamente sincero. La società dalla quale i ragazzi si defilano è disegnata infatti con spietatezza e cinismo: ogni volta che la evoca, il padre si rende conto di offrire al figlio un ulteriore alibi per la fuga. È un mondo ritorto su se stesso, ormai quasi deforme, dove si organizza il primo Raduno Nazionale degli Evasori Fiscali, si medita di sostituire al Porcellum il ben più efferato Sputum, dove non è chiaro se i vecchi lavorano come ossessi pur di non cedere il passo ai giovani o se i giovani si sdraiano perché è più confortevole che i vecchi provvedano a loro. Father and son è quindi il racconto del difficile e delicato rapporto che lega i padri ai figli, ma anche e soprattutto del rapporto che lega entrambi alle fragilità e alle incertezze dei nostri anni.
“Era da tempo che io e Gallione volevamo fare uno spettacolo sul rapporto padre / figlio e stavamo già raccogliendo materiale su questo tema”, spiega Bisio, “poi è arrivato Michele Serra e ci ha detto che se avessimo aspettato ancora un po’ ci avrebbe dato le bozze del libro che stava scrivendo (ovvero Gli sdraiati). Leggere questo testo – autoironico ma al tempo stesso profondo - e innamorarcene è stato un tutt’uno. Ho pensato che aveva scritto esattamente ciò che io pensavo. Abbiamo quindi deciso di basarci su quel testo per lo spettacolo molto prima del clamoroso successo che ha avuto in libreria. E poiché sentivamo il bisogno di legarci all’attualità lo abbiamo “contaminato” con alcuni estratti di Breviario comico”. 
Diplomato alla Civica Scuola per Arte Drammatica del Piccolo di Milano, membro della Compagnia i Comedians con Gabriele Salvatores e Paolo Rossi, popolare al cinema e in televisione, Claudio Bisio come attore nasce a teatro e dal 1997 collabora stabilmente con il Teatro dell’Archivolto di Genova, che ha prodotto diversi suoi spettacoli, tutti con la regia di Giorgio Gallione. Tra i vari titoli ricordiamo Monsieur Malaussène di Pennac, La buona novella, I bambini sono di sinistra di Michele Serra e il reading spettacolo Io quella volta lì avevo 25 anni di Gaber e Luporini.
E un rito d’iniziazione conclude Father and son in una sorta di pioggia-gabbia-foresta di pietre che scende sul palcoscenico: è la pietraia del colle della Nasca, invocato fin dalla prima scena, e infine raggiunto, che sancisce un passaggio generazionale, per il figlio all’età adulta, per il padre alla vecchiaia.
Del Bimbo  Fabrizio

mercoledì 11 febbraio 2015

Cuisine collectif all'Impact Hub di Firenze

CUISINE COLLECTIF:
IL GUSTO RUFFIANO IN 4 LEZIONI ALL'IMPACT HUB DI FIRENZE
Nella sede del coworking di Rifredi, 4 occasioni per imparare come "stupire gli ospiti in 4 mosse" (17 febbraio), sfiziose "ricette per uno" (3 marzo), "piatti vegani detox" (17 marzo), "ricette svuota-frigo" (31 marzo)
Cuisine Collectif di Matthew Lundì e Arianna Petits Poissons dal 17 febbraio per 4 martedì alle ore 19.30 sbarca tra i fornelli dell'Impact Hub di Firenze (entrata da via Fantoni, zona Rifredi), per dare vita a una nuova gustosa serie di corsi di cucina ruffiana. Nell'attrezzata location allestita per l'occasione all'interno del coworking, affermato spazio creativo e punto d'incontro di idee e persone della città, saranno spiegate e realizzate dal vivo ricette facili, veloci e di qualità  dando vita a quattro serate informali e divertenti nel nome del buon cibo.
Ad introdurre il tutto, un aperitivo di benvenuto offerto ai partecipanti.
Il programma dei corsi prevede:
- Martedì 17 febbraio "ricettine ruffiane per stupire gli ospiti": piatti eleganti, buoni e alla portata di tutti da realizzare in quattro facili mosse;
- Martedì 3 marzo "ricette per uno": ricette ruffiane (massimo risultato con il minimo sforzo) che consentono di variare dal solito menù bresaola e insalata tipico di chi vive da solo e pensa che cucinare per se stessi sia solo uno spreco di tempo;
- Martedì 17 marzo "ricette vegane ruffiane detox": piatti vegani (ma pensati per tutti), leggeri, facili e veloci ottimi per purificarsi in fretta e con gusto (non è necessario essere vegani per partecipare);
- Martedì 31 marzo "ricette svuota frigo": con l’ultimo uovo, metà pomodoro e metà cipolla si possono fare dei piatti gustosi e invitanti. Dopo questa lezione, inizierete a guardare gli avanzi nel vostro frigo con occhi diversi.
Le lezioni prevedono un numero massimo di 15 partecipanti (su prenotazione  scrivendo a cuisinecollectif@gmail.com o telefonando al 329.7660724)
Piccole regole ed informazioni prima del corso di cucina
*I corsi di cucina ruffiana Cuisine Collectif sono dei veri e propri momenti sociali a cui prendere parte per imparare delle ricette veloci e semplici in grado di impressionare gli ospiti in poche mosse. Durante la serata si cucina insieme, si beve qualcosa, si sgranocchiano i piatti preparati e soprattutto si socializza, ci si scambiano i contatti, si conoscono persone, si cerca lavoro (e a volte lo si trova), si cerca un passaggio per il fine settimana e così via… Insomma si fa network, e sì, anche con lo staff di Cuisine Collectif, che ama mescolarsi;
*Per i corsi viene richiesto un contributo comprensivo del valore della quota associativa per partecipare alle spese. Tutte le attività sono strettamente riservate ai soci. È possibile ritirare la tessera associativa il giorno stesso dell’evento;
*Cuisine Collectif spiegherà trucchi, consigli e tecniche di cucina, sempre a livello amatoriale, quindi astenetevi professionisti del settore, a meno che non partecipiate per socializzare e divertirvi nel nome della passione per la buona cucina.
CUISINE COLLECTIF
Cuisine Collectif nasce da un’idea di Matthew Lundì, chef internazionale che ha lavorato nelle cucine più svariate e nei posti più svariati da Rio de Janeiro a Amsterdam passando per Londra e Reykjavik, e  di Arianna “Petits Poissons”, estrosa organizzatrice di  eventi culinari impossibili, ricercatrice di ingredienti improbabili e di ricette introvabili.
Insieme, il creativo duo organizza corsi di cucina "ruffiana", pensati per realizzare piatti semplici ma gustosi e d’impatto (ruffiani, appunto) per stupire i propri ospiti secondo la filosofia per cui ordinare la pizza a domicilio è una scelta, non un obbligo. I corsi, di una sola lezione e della durata di 3/4 ore, sono pensati per chi non ha mai tempo, per chi vuole migliorarsi senza essere uno chef, per chi ha voglia di scoprire il gusto di cucinare (o di cucinare per sé!), apprendendo tecniche di cucina basilari ma efficaci, l’utilizzo e la ricerca degli ingredienti e l’estetica dei piatti.
IMPACT HUB FIRENZE (http://florence.impacthub.net)
Impact HUB Firenze è uno spazio di coworking dove lavorare scambiandosi competenze ed esperienze, ma anche un incubatore di progetti di impresa e uno spazio per progettare il futuro mettendo in contatto persone, aziende e realtà interessate all'innovazione sociale e a migliorare i contesti vita. In uno spazio di 400 metri quadri Impact Hub Firenze offre postazioni di coworking, supporto logistico, consulenze di business e percorsi di incubazione: tutto quello che serve insomma, per trasformare un'idea in progetto imprenditoriale. L'entrata si trova in via Fantoni a 100 metri dalla Stazione di Rifredi (bus n. 2, 5, 14, 20).
Informazioni e prenotazioni:

martedì 10 febbraio 2015

'Affinità Elettive' alla galleria La Corte Arte Contemporanea di Firenze

La Galleria di Rosanna Tempestini Frizzi - La Corte Arte Contemporanea
Via De’ Coverelli 27/R Firenze
Ospita dal 21 Febbraio al 6 marzo 2015
Affinità Elettive

Un progetto fotografico del designer americano Ryan Fisher Martino.

Questa originale mostra, il cui titolo deriva dal celebre romanzo di Goethe, ha come soggetto non una modella, un reportage di un viaggio o una serie di paesaggi ma Zoe, la cagnetta del designer americano Ryan Fisher Martino. La mostra è essenzialmente un omaggio, un atto d’amore per la “compagna” a quattro zampe con la quale l’artista trascorre gran parte della sua vita e per la quale nutre un amore profondo, un’affinità elettiva appunto. Il progetto, durato diversi anni e presentato in anteprima assoluta presso la galleria fiorentina è suddiviso in cinque sezioni: i ritratti, di cui alcuni ironici come Cinco de Mayo, o Mickey Mouse Zoe, in cui la cagnetta è ritratta in pose divertenti e con allegri costumi; il viaggio nella Death Valley (Valle della Morte), una serie di otto scatti in cui Zoe è la protagonista, in assoluta libertà, negli spazi sconfinati della natura arida e incontaminata della California; gli autoscatti, nei quali si ritrovano Zoe e Ryan insieme; le viste in controluce, tra le quali Bike Ride In Florence, un bellissimo profilo di Zoe sui lungarni di Firenze al tramonto, città eletta dal Fisher come seconda dimora. Isolato infine, il grande ritratto Marilyn (123 cm x 93 cm) in cui Zoe, come la diva americana posa per il suo fotografo quasi consapevole di ciò che le sta accadendo. Come afferma lo stesso Ryan: “.. fotografare Zoe è qualcosa d’inevitabile, è una ricerca, è lo sforzo di cogliere le sue molteplici espressioni ma soprattutto il tentativo di rappresentare l’intensità del suo animo”.
 L'inaugurazione è sabato 21 febbraio 2015 alle ore 18.00 sarà ospite dalla prossima primavera in diverse gallerie degli Stati Uniti.
Del Bimbo Fabrizio






lunedì 9 febbraio 2015

Per l`8° Immagine Italia & Co. oltre 6.000 visitatori


L’ottava edizione di Immagine Italia &Co., “partita come un vecchio diesel” a causa delle condizioni metereologiche non proprio favorevoli, ha recuperato il trend dei visitatori allineandosi alle presenze registrate nella precedente edizione. Si segnala la presenza di buyer provenienti da tutto il mondo,  in particolare da Cina, Vietnam e Thailandia.
“Pochi ma buoni i buyers presenti nel primo giorno di fiera” – hanno detto le imprese espositrici. Nel secondo e terzo giorno, corridoi affollati hanno confermato le aspettative di organizzatori ed espositori.
Nel totale delle presenze in fiera sono compresi i top buyer esteri e i negozi “vip” italiani selezionati ed ospitati dalla Camera di Commercio di Pistoia, ente organizzatore di Immagine Italia &Co..
La loro partecipazione è il risultato di una importante strategia di internazionalizzazione portata avanti dall’ente camerale, con la preziosa partnership di Pistoia Promuove, nei mesi precedenti all’evento.
I buyer ospiti rappresentano catene di negozi, boutique di lusso, distributori ed importatori e shop on line provenienti da Arabia Saudita, Austria, Belgio, Cipro, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Kuwait, Libano, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Spagna, Turchia, Ucraina.
"Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti. Riuscire oggi a mantenere il trend degli anni passati è un segnale incoraggiante – commenta Stefano Morandi, Presidente della Camera di Commercio di Pistoia – “Il merito di questo risultato è in primo luogo delle aziende - continua Morandi -  che, anche quest’anno hanno proposto collezioni di alto livello, in perfetta sintonia con la qualità indiscutibile del nostro Made in Italy. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito e sostenuto questo ambizioso progetto”.

 Fabrizio Del Bimbo

sabato 7 febbraio 2015

Al Teatro della Pergola "Cercando segnali d`anore nell`universo"

Da martedì 10 a domenica 15 febbraio

Casanova Teatro
Luca Barbareschi
CERCANDO SEGNALI D’AMORE NELL’UNIVERSO
di Luca Barbareschi
regia Chiara Noschese
con Marco Zurzolo 5tet, Marco Zurzolo sax, Mario Nappi piano, Antonio Murro chitarra e voce, Diego Imparato contrabbasso, Gianluca Brugnano batteria
musiche e arrangiamenti Marco Zurzolo
direttore di scena Raffaele D’Alesio
light designer Giuseppe Filipponio
datore luci Claudio Amadei
fonico Carlo Romitelli
microfonista Giulia Giuffrida
amministratore Giancarlo Mastroianni
assistente alla regia Daniele Foresi
luci e audio Gianchi
elementi di scena Scenarredo
distribuzione Stefano Pironti
ufficio stampa Antonio Naselli
organizzazione generale Gianpiero Fontana
supervisione alla produzione Giulio Cestari

Durata: 2 ore circa, atto unico

Da martedì alla Pergola Luca Barbareschi festeggia i suoi 40 anni di carriera con un ‘one man show’ sincero, ironico e pieno di energia. Cercando segnali d’amore nell’universo racconta il percorso umano e artistico che ha contraddistinto una vita professionale inimitabile. Lo spettacolo è arricchito dalla band di Marco Zurzolo, tra i jazzisti più interessanti della scena italiana, un amico con cui Barbareschi ha condiviso tante avventure teatrali e cinematografiche. La regia è di Chiara Noschese.

Per festeggiare San Valentino un ingresso omaggio a ogni coppia dal 10 al 14 febbraio. La promozione Due cuori e un teatro è valida sull’acquisto di un biglietto a prezzo intero, esclusivamente presso la biglietteria del Teatro.

Una festa, un appuntamento con le emozioni che partono dal cuore della scena e arrivano dritte a quello dello spettatore. Dopo il grande successo della scorsa estate al Festival dei Due Mondi di Spoleto Luca Barbareschi arriva al Teatro della Pergola per continuare a raccontarsi a suon di parole, note e ricordi, per rivivere un percorso artistico lungo 40 anni. Cercando segnali d’amore nell’universo si snoda come un racconto letterario in cui Barbareschi, diretto da Chiara Noschese, rievoca episodi, momenti e presenze, attraverso i più grandi autori con i quali si è confrontato. Una messinscena di grande impatto emotivo, a tutto cuore.
“Lo spettacolo racconta la storia della mia vita, da quando sono nato fino ad oggi”, spiega l’attore, “si tratta di un’autobiografia, un racconto molto irriverente verso me stesso: mi prendo in giro e metto all’asta, offrendoli al pubblico, i dolori e le cose belle che mi appartengono. Sono pezzi di vita e palcoscenico, intrecciati insieme.”
L’ironia pungente di Mamet, l’entusiasmo visionario di Cervantes, la saggezza di Shakespeare accompagnano lo spettatore in un viaggio emotivo nella magia del gioco teatrale, con l’accompagnamento di autori come Mozart, James Taylor, Simon & Garfunkel, Chico Buarque suonati dal vivo dal Marco Zurzolo 5tet (Marco Zurzolo al sax, Mario Nappi al piano, Antonio Murro alla chitarra e alla voce, Diego Imparato al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria), cui si aggiungono, in alcuni brani, la chitarra o il pianoforte dello stesso Barbareschi. La musica, così importante nella vita reale come sul palcoscenico, cristallizza nel ricordo ogni momento di vita vissuta.
“Lo spettacolo, dal punto di vista intellettuale, è davvero impegnativo”, confessa, “Cercando segnali d’amore nell’universo è nato dal desiderio di esprimermi: mi sono chiuso in casa e ho cominciato a scrivere, appuntando i miei pensieri, tutto quello che mi stava veramente a cuore. Chiara Noschese è stata una regista attenta, che mi ha tenuto per mano in questa avventura, lasciandomi libero di raccontare. Inoltre è estremamente faticoso anche fisicamente: canto, ballo e suono, ci vuole fiato per sostenere il palcoscenico. E poi non c’è intervallo: è un atto unico perché non riuscirei ad interrompermi, andare in camerino e ricominciare un secondo tempo con la stessa energia.”
Rutilante e multiforme, allegro e riflessivo, Luca Barbareschi in scena è cantante e fine dicitore, si cala nei panni di Enrico V, Jacques, Riccardo III, il Principe di Salina o Evtušenko. Un ‘one man show’ come già aveva fatto con Piantando chiodi nel pavimento con la fronte, che mette alla prova tutti i talenti di Barbareschi, anche attore e produttore di cinema e televisione. Sta infatti per uscire Mennea, una fiction per la Rai in cui è co-protagonista accanto a Michele Riondino e, da produttore, sta lavorando a una serie di otto puntate per Mediaset, I misteri di Laura, con Gianmarco Tognazzi, Carlotta Natoli e Daniele Pecci.
“Ma è il teatro il luogo sicuro in cui Luca si sente finalmente a proprio agio, la passione alla quale continua a dedicarsi con energia e impegno”, ha scritto Chiara Noschese, “lo fa con la coscienza che questo nostro essere uomini cesserà se non riusciremo a far entrare amore, fantasia e immaginazione nella nostra vita. In questa avventura ho, con tanto affetto e onestà, accompagnato un artista di enorme talento in un percorso esaltante, emozionante, autentico”.
I suoi primi ricordi risalgono al periodo antecedente la sua nascita a Montevideo (Uruguay) il 28 luglio 1956, quando, nella pancia della madre, intraprende un viaggio “clandestino” a bordo di una nave da crociera e già lì avviene il primo “singolare” avvicinamento al teatro. Poi cominciano gli anni spensierati della fanciullezza trascorsi con il padre, severo e determinato, ma che sa insegnargli tanto e che non manca di dimostrargli il suo amore. L’adolescenza, invece, è segnata dalla separazione dei genitori e da un episodio che segnerà tutto il resto della sua vita. Passano gli anni, arriva l’età adulta, la carriera artistica e il successo e, dopo 40 anni, anche la maturità.
“Ho sperimentato quanto l’amore sia riuscito a cambiare la mia vita”, ammette Barbareschi, “nel rapporto con i figli, nella relazione con le persone che collaborano con me e con l’umanità che mi circonda tutti i giorni. Bisogna avere la capacità di amare, di accogliere e ricevere amore. Molti non riescono a viverlo mai.”
Cercando segnali d’amore nell’universo è quindi un momento di condivisione onesto e sincero, senza veli e protezioni, che toccherà quanti non hanno smesso di cercare se stessi nei loro sogni, nei cieli notturni, nelle storie antiche, nelle lunghe attese, nella voglia di fare festa.
L’arte diventa un insegnamento, dà significato e voce ai momenti più toccanti. Perché la vita è uno strano gioco nel quale tutti ci troviamo a recitare.

Fabrizio Del Bimbo

Il nuovo realismo della pittura cinese, una mostra alla Fortezza da Basso

E’ stato presentata venerdì 6 febbraio presso la sede dell’Accademia delle Arti del Disegno, alla presenza del Presidente, Prof. Luigi Zangheri, di Luo Zhongli, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Sichuan e del vicedirettorePang Maokun, la mostra Costante Cambiamento – Il nuovo realismo nella pittura cinese, in programma alla Fortezza da Basso fino al 17 febbraio.

Si tratta della prima rassegna in Italia di opere del Sichuan Fine Arts Institute, una delle quattro accademie d’arte più importanti in Cina che accoglie attualmente oltre 7.000 studenti impegnati nelle varie discipline (pittura a olio, scultura, design, ecc.) e che, a partire dalla riforma e dall’apertura della Cina di questi ultimi anni, ha rispecchiato i rapidissimi cambiamenti del paese, contribuendo alla nascita del ‘nuovo realismo’ entro un’ottica pluralista della realtà cinese contemporanea.

88 opere realizzate da 38 artisti esposte in ordine cronologico presso la sala della Scherma e le sale attigue dei Quartieri Monumentali per toccar con mano l’evoluzione dell’arte cinese dal 1978 (anno di fondazione dell’Accademia di Sichuan) ad oggi. In evidenza i capolavori di Luo Zhongli (che ha definito Firenze, il santuario dell’arte), direttore in carica dell’Accademia di Belle Arti di Sichuan con Master of Arts alla Reale Accademia di Belle Arti di Anversa e mostre personali in Belgio, Parigi, Hong Kong, Taiwan, Chicago. Padre, il suo notissimo quadro, vincitore nel 1982 del primo premio alla 2° Mostra Nazionale Giovanile di Belle Arti, è entrato a far parte della prestigiosa collezione del Museo d’Arte Nazionale di Pechino. In esposizione anche i dipinti di Pang Maokun, vicedirettore dell’Accademia, protagonista di mostre all’estero fin dai primi anni Ottanta come la “Pittura Cinese Contemporanea a olio”(New York, 1987) e “L’avanguardia del guardare al vero” (San Pietroburgo, 1996) e di Zhong Biao - classe 1968 -  uno degli artisti cinesi di oggi più influenti su scala internazionale. Occhi puntati anche sulle creazioni di giovani emergenti come Wei Jia, Yao Peng e Wangpei Yong.

La mostra, che coincide con l’inizio del nuovo anno lunare cinese e con il 45° anniversario delle relazioni diplomatiche fra Italia e Cina, come ha ricordato il Prof.Zangheri, offre uno spaccato del variegato mondo dell’arte cinese contemporanea e punta a promuovere ed incentivare l’interazione e lo scambio fra l’arte cinese e quella occidentale. Il ‘nuovo realismo’ non solo indaga e rappresenta il contesto sociale, alla base della produzione artistica cinese contemporanea, ma vuole spingersi oltre, arrivando a descrivere l’origine del sistema di valori odierno.

L’evento è realizzato grazie agli accordi preliminari stretti in questi ultimi anni con l’Accademia delle Arti de Disegno di Firenze oltre che alla coordinazione e supervisione dell’Associazione degli Artisti Cinesi in Italia, dal 2012 impegnata al consolidamento dei rapporti fra Italia e Cina attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi culturali legati al mondo dell’arte e della cultura.

Orario di apertura: tutti i giorni: 10.00 – 19.00 (Ingresso gratuito)

Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi

TuttaToscana

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