giovedì 19 dicembre 2013

Apre a Firenze ETRA EVENTS FIRENZE


In via della Pergola nel cuore di Firenze Benvenuto Cellini fuse lo straordinario Perseo che svetta dalla Loggia dei Lanzi di Piazza della Signoria.
Dal prossimo 24 gennaio quel laboratorio rivivrà nel nome di Marcello Tommasi, l'artista che lo acquistò all'inizio degli anni Settanta per farne il suo studio, grazie all'impegno e alla passione della nipote Francesca Sacchi Tommasi e alla volontà degli altri eredi. Francesca ha saputo restituire con passione e dedizione lo splendore dell'ambiente e preservarne la memoria, con un attento e rispettoso restauro degli spazi e degli arredi originali, e con l'affidare l'attenta archiviazione del corpus delle opere alla storica dell'arte Elisa Gradi. Riapre così al pubblico ETRA EVENTS FIRENZE, un ambiente rinascimentale che ospiterà, oltre alla ricca collezione di Marcello Tommasi e una selezione di opere degli altri componenti di questa straordinaria dinastia di artisti, mostre, presentazioni, workshop ed eventi culturali.
Dal 24 gennaio 2014 gli spazi di ETRA EVENTS FIRENZE accoglieranno una collezione permanente formata dal nucleo centrale della ricca raccolta di marmi, gessi e bronzi, disegni, dipinti e incisioni realizzati in quasi quarant'anni di carriera da Marcello Tommasi - pittore pietrasantino ma fiorentino d'adozione considerato l'erede simbolico del Neoplatonismo quattrocentesco - da opere del padre dell'artista Leone Tommasi, scultore noto internazionalmente per le opere religiose e commemorative in marmo o in bronzo esposte in Australia, Stati Uniti, Argentina, Colombia e in molte città d'Italia; del fratello pittore Riccardo Tommasi Ferroni, esponente di rilievo della corrente dei neofigurativi fortemente influenzato dai moduli pittorici del Manierismo e del Barocco i cui dipinti si caratterizzano per un'estrema cura dei particolari; del genero Claudio Sacchi, pittore e ritrattista dalla tecnica eccellente lungamente esercitata, rinnovata ispirandosi alla tradizione della pittura rinascimentale e influenzata dalle frequentazioni con Pietro Annigoni e Enrico Del Bono; e dei nipoti Elena e Giovanni Tommasi Ferroni che dal padre Riccardo hanno ereditato l'amore per il disegno e la pittura, esercitata con successo.
La collezione si potrà visitare dal martedì al sabato dalle 15 alle 20 su appuntamento.
Inoltre, nel corso dell'anno, una ricca programmazione di eventi, workshop, incontri e mostre riporterà ETRA EVENTS FIRENZE nel circuito dell'arte contemporanea
Per l'occasione verrà donato un busto di terracotta, un autoritratto di Marcello Tommasi, alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Del Bimbo Fabrizio




martedì 10 dicembre 2013

Un libro di Francesca Fedeli a cura dell’ Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte


La tarsia lignea,
disciplina superba e sperimentale.
Dai maestri di prospettiva
al design di Sottsass e Mendini


La presentazione martedì 10 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca delle Oblate
Via dell’Oriuolo, 26





La tarsia ligna o ‘legno tinto’, come lo definì Giorgio Vasari con una punta di disvalore estetico, occupa un ruolo di primaria importanza della storia dell’arte. Lo spiega, con grande efficacia e una puntuale documentazione, Francesca Fedeli nel libro ‘La tarsia lignea.Origine e segreti dei «legni tinti e commessi a guisa di pitture» (Marquetry and Inlaid Woodwork. The origins and secrets of “tinted woods and mosaics”), 12/o  volume della Collana ‘I mestieri d’arte. Quaderni d’artigianato’ dell’Associazione Osservatorio dei Mestieri d’Arte.

La presentazione avverrà martedì 10 dicembre alle ore 17.30 alla Biblioteca delle Oblate (Via dell’Oriuolo, 26) alla presenza dell’autrice. Interverranno Giampiero Maracchi, Presidente dell’ Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Presidente dell’Associazione OmA; Claudio Paolini della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici
per le province di Firenze, Pistoia e Prato; Dora Liscia Bemporad, docente di Storia delle arti applicate e dell’oreficeria dell’Università degli Studi di Firenze.

Il volume documenta l’ampio successo che la tarsia lignea riscosse tra il XV ed il XVI secolo pur non riscontrando una analoga fortuna critica. ‘Il Vasari - ricorda il professor Maracchi - la considerava una ‘lavorazione cagionevole e di breve durata’, ma l’autrice ha saputo sfatare questa idea, sottolineando invece l’importanza e l’autonomia di questa disciplina le cui sperimentazioni si mossero parallelamente alle altre arti maggiori (pittura, scultura e architettura)’’.

Attraverso l’esame di diverse tipologie esecutive (intarsio a buio, intarsio alla certosina, tarsia prospettica, tarsia pittorica, marquetterie) e partendo dalle sue antiche origini fino all’età contemporanea, sono tracciate le tappe salienti della produzione lignaria italiana che raggiunse il massimo splendore nell’ambito della grande stagione artistica del Rinascimento. La prospettiva, scoperta nella Firenze dei primi anni del Quattrocento,  individuò proprio nella tecnica esecutiva della tarsia lo strumento più congeniale a rappresentare, con le sue architetture e scene urbane, quella nuova spazialità di sapore umanistico che portò ben presto a definire i maestri di intarsio con il nome di maestri di prospettiva. L’interesse per la tarsia non si esaurisce però con l’avvento dell’epoca contemporanea, tanto che illustri maestri quali Ettore Sottsass e Alessandro Mendini hanno progettato e progettano tutt’ora mobili moderni che prevedono l’utilizzo di questa antica tecnica, avvalendosi del contributo di importanti ebanisti – restauratori.

‘’Il patrimonio che il nostro territorio conserva (arredi di sacrestia, cori di monasteri, studioli di palazzi, stalli di giudici e magistrati, cassoni e altri arredi ancora) – sottolinea Claudio Paolini - testimonia di questa fortunata stagione che, attorno al quarto decennio del Cinquecento, iniziò a conoscere, proprio dal momento in cui sembrava aver raggiunto l’apice, un progressivo declino. Un processo in buona parte imputabile alle ricerche fatte per ampliare la gamma dei colori offerti dalle essenze lignee con trattamenti chimici e alla tendenza a mediare sempre più dalla pittura soggetti e composizioni, ricordandoci così che ogni arte ha un suo linguaggio’’.

Francesca Fedeli si è laureata con il massimo dei voti in Storia dell’Arte alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze e si è poi diplomata con lode (titolo post-laurea) alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dello stesso Ateneo. Parallelamente agli studi umanistici ha compiuto quelli musicali al Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze conseguendo la laurea AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale - Canto lirico). Svolge ampia attività artistica in qualità di soprano in importanti teatri ed Istituzioni in ambito nazionale ed Internazionale e attualmente è impegnata presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze, Prato e Pistoia. Ha curato diverse mostre e pubblicazioni.

Francesca Fedeli 
La tarsia lignea.
Origine e segreti dei «legni tinti e commessi a guisa di pitture»
(Marquetry and Inlaid Woodwork. The origins and secrets of “tinted woods and mosaics”),
XII volume della Collana “I mestieri d’arte. Quaderni d’artigianato”
Firenze, Edifir, 2013 – 112 pagine – 15 euro


Nuova asta alla Galleria Pananti il 14 dicembre

Autori Moderni e Contemporanei, Grafica e Edizioni ESPOSIZIONE: dal 5 al 13 dicembre 2013 orario 10.00 - 19.00 sabato 14 dicembre orario 10.00 - 13.00 ASTA: sabato 14 dicembre 2013 ore 17 La Galleria Pananti Casa d’Aste organizza per sabato 14 dicembre un’unica sessione d’asta dedicata agli Autori Moderni e Contemporanei alla Grafica e alle Edizioni. L’esposizione si svolgerà nella sede di Palazzo Peruzzi de’ Medici in via Maggio 28/ 28a, da giovedì 5 al 13 dicembre con orario continuato dalle 10 alle 19; sabato 14 dicembre l’esposizione sarà dalle 10 alle 14 mentre l’asta si svolgerà alle 17. L’asta di dicembre, come di consueto, presenta opere importanti di Arte Moderna e Contemporanea e una serie di opere di grafica ed Edizioni. L’asta si compone di circa 210 lotti, in gran parte costituiti da dipinti rari e di grande valore artistico. La sessione d’asta si apre con una cartella di 50 incisioni originali edita dalla stamperia del Bisonte di Firenze nel 1964 a cura di CarloLudovico Ragghianti comprendente opere dei maggiori artisti italiani, da Anthony De Witt a Capogrossi, Fontana, Afro, Vedova etc. (lotto 1 stima 12.000/15.000). La copertina del catalogo rappresenta uno splendido dipinto di Ottone Rosai “Case al sole” del 1956, un grande olio su tela di cm. 100x70 (lotto 187 stima 17.000/22.000); sempre di Rosai sono degne di nota altre due opere, entrambe del 1955: “ Via Monte alle Croci” olio su masonite cm. 70x50 (lotto 185 stima 15.000/18.000) e “ Sole in via San Leonardo” olio su tela cm. 70x50 (lotto 186 stima 14.000/18.000). Dello stesso anno è l’opere di Antonio Ligabue “Paesaggio con cavallo e contadino” un olio su faesite cm. 26x31 (lotto 181 stima /18.000). Di particolare suggestione è il dipinto “la donna distesa” del 1963 di Renato Guttuso, un olio su tela cm. 60x80 (lotto 165 stima 25.000/35.000); altro bellissimo nudo è quello di Giovanni Colacicchi “Nudo di donna“ del 1943, un grande olio su tela verticale cm. 121x85 (lotto 164stima 15.000/18.000). Entrambe nature morte le opere di Renè Paresce, pittore e scrittore italiano, “Natura Morta” del 1926 olio su tela cm. 80x 60 (lotto 173 stima 33.000/38.000) e di Mario Tozzi “Composizione di Natura Morta” del 1961 olio su tela cm. 60x75 (lotto 172 stima 50.000/60.000). Ed ancora, di Andrè Masson sono presenti due opere: “la Charrette” del 1948 olio su tela cm. 46x55 (lotto 116 stima 25.000/30.000) e “Hibou avec lievre” del 1949, sempre olio su tela cm. 46x55 (lotto 117 stima 40.000/50.000); due sono anche le opere del pittore ungherese Victor Vasarely “Mereng” acrilico su tela cm. 78x70 (lotto 119 stima 40.000/60.000) e “Forgas”, sempre acrilico su tela cm. 84x84 (lotto 120 stima 43.000/55.000). “Senza titolo” del 1982 è la tela di Emilio Vedova cm. 98,7x98,7 (lotto 121 stima 115.000/150.000). Di Arte Contemporanea saranno poste all’incanto numerose opere di particolare importanza e valore, tra queste: “Faccine colorate “ del 1979, stampa offset; tecnica mista su carta (lotto 158 stima 30.000/40.000) e “I fregi e gli sfregi” del 1989 circa, ricamo su tessuto cm. 21.3x23.8 (lotto 157 stima 15.000/18.000) entrambe di Alighiero Boetti; di Carla Accardi “Arancio viola verde” del1990 vinilico su tela cm. 90x105 (lotto 153 stima 25.000/35.000), di Andy Warhol “The only way out is in” screen print on silk scarf cm. 93x95 (lotto 115 stima 45.000/65.000). E’ di Mimmo Rotella il grande decollage “La Moglie del Prete” del 2003 cm.141x100 (lotto 112 stima 20.000/25.000), di Enrico Baj è un opera “Senza Titolo” collage cm. 72x60 (lotto 109 stima 35.000/45.000). L’asta si conclude con una raccolta di opere provenienti da una collezione fiorentina tra le quali spiccano: “Composizione con conchiglie”, splendido olio su tela di Oscar Ghiglia (lotto 210 stima 40.000/50.000), “Chiacchiere nel contado” del 1915 dipinto ad olio di Raffaele Gambogi (lotto 209 stima 30.000/40.000). Sono tre le opere di Plinio Nomellini “In Giardino” del 1900 (lotto 207 stima 35.000/45.000), “Dopo il diluvio” 1915 (lotto 208 stima 40.000/50.000), “Paesaggio nel bosco” 1918 (lotto 206 stima 25.000/30.000), di Llewelyn Lloyd è il dipinto “Coccole rosse” olio su compensato cm. 55x41 ed ancora dipinti di Mario Puccini, Ludovico Tommasi, Ulvi Liegi, Niccolò Cannicci. Catalogo on line su: www.pananti.com Nicoletta Curradi

venerdì 6 dicembre 2013

Presentazione del libro sui Marchesi Gerini grandi collezionisti nella Firenze Barocca



 La presentazione viene fatta dal professor Carlo Sisi oggi  venerdì 6 dicembre alle ore 17.30
a Palazzo Incontri (Via dei Pucci 1) di Firenze


Questa opera è  un  prezioso contributo agli studi sulla storia del collezionismo la monumentale ricerca di Martina Ingendaay, <>. I Marchesi Gerini mecenati e collezionisti nella Firenze barocca. Il Palazzo e la Galleria 1600-1825 (Biblion Edizioni, Milano 2013). In due volumi per complessive 700 pagine, che hanno richiesto anni di lavoro, l’autrice apre una inedita finestra sulla vocazione collezionistica di alcuni componenti di questa famiglia e dipinge un affresco che abbraccia 150 anni di mutazioni politiche e culturali della Toscana prima granducale e poi avviata al riformismo illuminista col governo dei Lorena.
L’intera opera sarà presentata, col sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, oggi venerdì 6 dicembre alle ore 17.30 a Palazzo Incontri (Via dei Pucci 1) alla presenza dell’autrice e del professore Carlo Sisi. Interverranno gli studiosi Liliana Barroero, Enrica Neri, Stella Rudolph, Marco Chiarini, Sergio Benedetti, Ettore Spalletti.
L’ascesa della famiglia Gerini, originaria della Val di Sieve, avvenne soprattutto nel Seicento e trova eloquente testimonianza nell’acquisto, nel 1650, di un palazzo rappresentativo in via Ricasoli, a pochi passi dal Duomo, abitato ancora dalla famiglia ed in parte adibito a uffici, e di importanti dimore di campagna. Molteplici le ragioni della fama conquistata dai Gerini nel campo delle promozioni delle arti e per le diverse forme di mecenatismo da loro praticate: il successo professionale di alcuni dei suoi membri, una evidente capacità professionale unita ad una certa intraprendenza, le ricchezze accumulate e consolidate fino a permettere un fasto quasi inaudito, la notorietà derivata da un impero commerciale, il raggiungimento di un elevato rango sociale coronato dal conferimento di un titolo nobiliare a Carlo d’Ottavio Gerini, gli incarichi amministrativi e diplomatici al servizio della corte granducale.
Una notorietà che ha in Andrea Gerini la più importante figura ‘intellettuale’ della famiglia nel Settecento. Raffinato e aggiornato collezionista di marcata indole illuminista, fu anche instancabile promotore di iniziative artistiche (per esempio le celebri Vedute incise di Zocchi), frequentatore di salotti letterari e di riunioni di intenditori, come emerge dal racconto di Martina Ingendaay che, per la prima volta, ha potuto studiare il vasto archivio di famiglia costituito da migliaia di volumi oggi conservati nell’Archivio di Stato di Firenze.
Il marchese dette al casato quel fasto e quella celebrità che resero la famiglia una delle più celebri dell’aristocrazia fiorentina dell’epoca, conosciuta anche fuori dai confini del granducato e addirittura Oltralpe. Con la sua figura il nome ‘Gerini’ divenne sinonimo di una ricca collezione privata sistemata in una prestigiosa dimora, aperta ai visitatori e presentata tramite un catalogo ragionato illustrato (il primo esempio in Italia), messo in circolazione in Europa e quindi accessibile ad un pubblico internazionale.
In questo contesto è di particolare interesse la dettagliata ricostruzione dell’assetto collezionistico del palazzo, condotta dall’autrice tenendo soprattutto presente il dato inventariale e storici­stico senza tralasciare gli opportuni riferimenti al contesto sociale e culturale della Firenze contemporanea, come pure agli apporti nazionali ed internazionali convogliati a palazzo dalle frequentazioni diplomatiche della famiglia.
L’inizio dell’Ottocento vide questo patrimonio gravemente compromesso dalle difficoltà economiche contratte. Così l’asta della quadreria, tenutasi nel 1825 e comprendente oltre 300 dipinti, segnò la fine di questa gloriosa pagina del collezionismo fiorentino e la conseguente dispersione di una gran parte del patrimonio artistico conservato nel palazzo.
“Nel libro – scrive nella presentazione lo storico dell’arte Carlo Sisi - si respira del resto l’aria del tempo poiché i documenti restituiscono il pulsare instancabile dei cantieri, l’intreccio operoso delle maestranze attive tra città e campagna, le presenze di artisti e di ospiti concentrati sul dinamico progetto della Galleria, e, quasi fragranti istantanee di vita vissuta, fanno balenare all’immaginazione un fanciullo Gerini portato in campagna ad imparar la pittura o l’orologio d’oro regalato a Zocchi dal marchese Andrea nel 1742’’.
Martina Ingendaay, storica dell’arte, vive e lavora a Firenze come ricercatrice. E’ stata per molti anni collaboratrice del Kunsthistorisches Institut di Firenze e, dal 1986-1997, del Corpus of Florentine Painting sotto la direzione di Miklos Boskovits. Autrice di numerose pubblicazioni sulla pittura italiana dal Cinque al Settecento di maestri come Correggio, Ciro Ferri, Sebastiano Conca, Guido Reni, Salvator Rosa e Pompeo Batoni, ha svolto studi prevalentemente all’insegna del lavoro d’archivio. È stata co-autrice di uno studio monografico sullo storico tedesco Robert Davidsohn, padre della moderna storiografia fiorentina. 
«I migliori pennelli».
I Marchesi Gerini mecenati e collezionisti nella Firenze barocca.
Il Palazzo e la Galleria 1600-1825
di Martina Ingendaay
Biblion Edizioni, Milano 2013 - Parte I:  391 pp.,  281 figg.,  54 tavole a colori; Parte II:  299 pp.
Del Bimbo Fabrizio

mercoledì 4 dicembre 2013

Italo Bolano alla IX biennale di Firenze


Il 4 dicembre, la presentazione del libro dell’artista elbano
Nel pomeriggio la conferenza sul pittore del social–realismo José Clemente Orozco

La IX Florence Biennale a Firenze presenta il libro di Italo Bolano dal titolo “Isola d’Elba, un museo diffuso d’arte contemporanea all’aria aperta – Opere ambientali”, (Giorgio Mondadori editore) sarà presentato domani, mercoledì 4 dicembre, alle ore 15 alla Fortezza da Basso.
Il volume illustra la presenza delle opere dell’artista negli otto comuni elbani. Da quasi 50 anni Italo Bolano lavora a favore della cultura elbana nel suo centro museo a San Martino dove, in un parco di piante mediterranee da lui stesso creato con 30 opere monumentali, realizza e ha realizzato numerose manifestazioni, conferenze ed eventi.
Il calendario delle iniziative prosegue nel pomeriggio con la conferenza (ore 17 – Fortezza da Basso) di Gregorio Luke sul pittore del social–realismo José Clemente Orozco.
Fino all’8 dicembre continuano inoltre le mostre temporanee in varie location cittadine. LINEA Spazio Arte Contemporanea, base stabile della Biennale a Firenze (via delle Porte Nuove, 10) ospita la collettiva “Bestiario fantastico”. Una galleria di personaggi prestati all’arte dal mondo dei sogni, una serie di opere in cui il ribaltamento della realtà induce a riflettere su cosa rappresenti per noi la condizione umana. Senza prenderci troppo sul serio. Alle Oblate, in Sala delle Capriate, c’è “Illustrating Florence”, installazione fotografica realizzata da sette autori e curata da Maurizio Gabbana, artista fratello dello stilista Stefano. Continua all’ex Tribunale di Piazza San Firenze, Sala della musica, il “Casino dell’Arte”, allestimento inusuale che ricorda la collezione di un Grand Tourist. Fra i 40 artisti italiani e stranieri: Athos Collura, Luce Delohove, Andrea Granchi, Edo Janich, Aldo Spoldi.
Per il programma completo delle iniziative: www.florencebiennale.org
Del Bimbo Fabrizio

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