venerdì 28 giugno 2013

Il Premio "Sentinella del Creato" domani a Trento

Quarto premio giornalistico “Sentinella del Creato”: ecco i premi per i giornalisti ambientali d’Italia Rivelati i nomi dei vincitori del premio organizzato da Greenaccord Onlus insieme a UCSI e FISC. Premio alla memoria per Lorenzo Lucianer. Oltre ai giornalisti, riconoscimenti per l’attrice Maria Grazia Cucinotta e alla cantante jazz, Cinzia Tedesco. Un’occasione per sottolineare il cruciale ruolo dei giornalisti per diffondere la sensibilità nei confronti della Natura. Affermate testate nazionali e piccole realtà. Stimati redattori e giornalisti indipendenti. E poi cantautori e attori. Figure diverse. Ma accomunate dalla grande sensibilità mostrata nei loro lavori nel trattare i temi ambientali che sono spesso molto complessi da affrontare. A prescindere dal mezzo di comunicazione scelto. Domani sera, la sede della Regione Trentino Alto Adige ospiterà la quinta edizione del Premio giornalistico “Sentinella del Creato”, organizzato dall’associazione Greenaccord Onlus, in collaborazione con l’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) e la FISC (Federazione dei Settimanali Cattolici), con l’obiettivo di offrire un riconoscimento a quanti si sono distinti nella comunicazione ambientale. Questi i nomi dei premiati e le relative motivazioni: - Lucia Ascione e Nicola Ferrante, redattori di TV2000 (proposti da Greenaccord): entrambi i giornalisti sono stati selezionati per l’impegno profuso nella divulgazione dei temi scientifici e ambientali e per la sensibilità e lo stile con i quali hanno saputo trasmettere al grande pubblico di TV2000 il tema della Salvaguardia del Creato così caro anche al nuovo Pontefice. Lucia Ascione e Nicola Ferrante hanno costantemente inserito, sia nei grandi contenitori generalisti che nelle notizie del Tg dell’emittente, importanti occasioni di dibattito e approfondimento sui temi ambientali, valorizzando, tra le altre cose, anche le peculiarità e le esperienze di sostenibilità che riguardano le montagne trentine. - Gabriele Viola, scrittore e collaboratore de “La Guida”, settimanale della Diocesi di Cuneo (Premio FISC, Federazione italiana settimanali cattolici): appassionato studioso e profondo conoscitore delle tematiche ambientali, come nelle scelte di vita personali ha sempre posto in primo piano i temi del rispetto della Terra, del corretto rapporto Uomo-territorio, là dove la cementificazione e speculazione consumano risorse non rinnovabili e compromettono delicati equilibri millenari. Alla denuncia affianca una costante azione di proposta basata sullo studio e il recupero delle culture legate alla terra, alla montagna, sull’impegno sociale e a fianco di chi opera per i beni comuni e la salvaguardia del Creato”. - Enzo Quarto, giornalista RAI (proposto dall’UCSI, Unione Cattolica Stampa Italiana): “per aver dato voce, con il Laboratorio della buona notizia, alla riflessione sulla natura e sulle bellezze del Creato, protando un messaggio popolare, divulgativo e insieme eticamente ispirato, col dare voce ai giovani educandoli a cercare cosa c’è di buono in ogni notizia, le “buone notizie”, e dimostrando quotidianamente che è possibile coniugare giornalismo e speranza”. Il momento più emozionante della serata sarà però probabilmente quello che vedrà conferire un premio “alla memoria” a Lorenzo Lucianer, amatissimo volto del TgR trentino della RAI, recentemente scomparso. Un volto noto a tutti i cittadini trentini ma soprattutto molto stimato da tutti i colleghi che l’hanno conosciuto. “Lorenzo – si legge nella motivazione del premio – nel corso della sua attività pluritrentennale, ha curato servizi e cronache dedicate ai temi dell’ambiente e della povertà nel mondo, con particolare riferimento all’Africa e all’America Latina, indagando con obiettività ed equilibrio il rapporto tra Uomo e Natura, mettendolo a confronto con i grandi temi etici e sociali dell’umanità”. Ci sarà però spazio anche a due premi “alla carriera” a due donne che, pur non essendo giornaliste, hanno testimoniato grazie al loro lavoro l’attenzione e l’amore per le bellezze del Creato: - Cinzia Tedesco, cantante che “con la sua straordinaria passione si è imposta all’attenzione del pubblico e della critica come vero talento del jazz italiano. Le sue canzoni hanno saputo commuovere e interpretare i sentimenti più veri della nostra gente, scaturiti da un’attenzione e da un impegno verso i temi dell’ambiente e della solidarietà che l’hanno coinvolta in numerosi progetti Onlus. Nominata “ambasciatrice di pace” dal centro internazionale di pace di Assisi, ha messo a disposizione il suo eccezionale talento artistico a favore di progetti a sostegno di popolazioni disagiate e soprattutto dei bambini che vivono in zone di guerra”. - Maria Grazia Cucinotta, attrice, “inedita voce della Regina Tara nel cartone animato ‘Epic’, per aver accettato di lanciare un messaggio forte nei confronti dell’umanità e della natura che deve essere protetta ma anche contemplata e vissuta. E per l’invito pressante a non rincorrere solo il denaro o il successo, ma a testimoniare, anche nei confronti delle giovani generazioni, i valori per i quali vale la pena di vivere, come i sentimenti veri, le emozioni e tutto quello che la corsa di oggi e la vita virtuale non possono dare”. L’evento concluderà idealmente i lavori del decimo Forum dell’Informazione cattolica per la Salvaguardia del Creato che Trento organizzato da Greenaccord Onlus insieme alla Provincia Autonoma di Trento e alla Arcidiocesi cittadina. Dal Forum di Trento 27-30 GIUGNO 2013 - hashtag ufficiale #greenaccordTrento Nicoletta Curradi Fabrizio Del Bimbo

Da Parigi capolavori inediti a Villa Bardini a Firenze

Rientrano per la prima volta in Italia per essere esposti nella dimora del mercante che li alienò Tra i più importanti e sofisticati di Parigi, il Museo Jacquemart-André vanta, dopo il Louvre, la più ricca collezione di Rinascimento fiorentino in terra di Francia grazie alle centinaia di capolavori acquistati a fine Ottocento a Firenze, nell’atelier del celebre antiquario garibaldino Stefano Bardini o per suo tramite. Si configura dunque come un doppio ritorno a casa la mostra Il Rinascimento da Firenze a Parigi, che per la prima volta riporta in Italia il nucleo principale della raccolta Jacquemart-André. Dipinti di Botticelli, Mantegna, Paolo Uccello, Luca Signorelli, Alesso Baldovinetti, sculture di Donatello e Giambologna, bronzetti, mobili, ceramiche, in tutto circa 40 capolavori che riapprodano nella città dove furono creati per essere esposti nella stessa dimora-atelier del mercante che li alienò. Villa Bardini è in effetti la sede ideale, quasi per una nemesi, di questa esposizione preziosa e spettacolare (6 settembre–31 dicembre 2013) curata da un’equipe di specialisti italo-francese (Giovanna Damiani, Marilena Tamassia, Nicolas Sainte Fare Garnot). Un progetto posto sotto la diretta tutela di Cristina Acidini, Soprintendente Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della città di Firenze, e di Gabriel De Broglie, Cancelliere dell’Institut de France, le due istituzioni che promuovono l’evento insieme alla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e al Museo Jacquemart-André con la società di gestione Culturesespaces presieduta da Bruno Monnier. Si tratta di un’opportunità creatasi grazie al cospicuo prestito concesso dalla Soprintendenza alla monografica sul Beato Angelico organizzata a Parigi un anno fa. Opportunità colta al volo dagli stessi sostenitori del progetto, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Camera di Commercio, Unicoop Firenze, Civita Group e Studio Copernico, con il supporto tecnico di Admarco, Catola & Partners e Polistampa. L’epopea dei grandi antiquari fiorentini, la nascita del mito Firenze/Rinascimento, la febbre del collezionismo che a cavallo tra Ottocento e Novecento contagiò la parte più colta della ricca borghesia europea e americana, sono capitoli di una storia narrata mille volte. Storia che ha comunque un suo pendant negativo nel saccheggio del patrimonio artistico nazionale, largamente disponibile sul mercato antiquario in quegli anni post unitari e colpevolmente lasciato libero di espatriare. Questo e altro hanno ricordato Soprintendente, curatori e il Presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, Michele Gremigni, presentando oggi alla stampa il programma della mostra. La straordinaria collezione Jacquemart-André si è infatti formata come quelle dei maggiori musei internazionali, con anni di acquisti selezionati e intelligenti, con in più la passione per l’arte di due coniugi innamorati, colti e lungimiranti, oltre che molto facoltosi. Edouard André, erede di una famiglia di banchieri dell’aristocrazia imperiale, amico e compagno d’arme di Napoleone III, lasciò prima l’esercito, poi la politica, con lo scopo preciso di colmare di tesori artistici il grandioso palazzo-museo fatto costruire a Parigi sull’esclusivo Boulevard Haussmann. Nélie Jacquemart era invece pittrice, ritrattista della buona società. Si sposarono entrambi già in età avanzata e, grazie a lei, Andrè si innamorò dell’Italia e dei maestri del Rinascimento. A partire dal 1882, ad ogni anno corrispose dunque un viaggio a Firenze dove trovarono in Bardini l’interlocutore ideale, un mercante-agente abile e fornitissimo, dal quale acquistarono i capolavori a centinaia e di ogni genere, che oggi fanno del Museo Jacquemart-André uno degli splendori di Francia. Rimasta vedova nel 1894, Nélie continuò a frequentare Firenze e a fare acquisti fino alla morte nel 1912, quando lasciò allo Stato palazzo e collezioni con il vincolo di farne un museo pubblico accessibile a tutti. L’arte, diceva in accordo col marito, deve essere condivisa. Un anno dopo, nel 1913, il Musée Jacquemart-André era già realtà e oggi festeggia 100 anni. Col ritorno a Firenze della parte preminente delle opere fiorentine il cerchio, magicamente, si chiude. Una storia d’amore vissuta ad arte Edouard e Nélie, i coniugi appassionati dell’Italia che crearono la raccolta Jacquemart-André Morendo nel 1912, Cornélia Barbe Hyacinthe (Nélie) Jaquemart lasciò in eredità alla Francia, con il vincolo dell’apertura al pubblico, lo splendido palazzo parigino di Boulevard Haussmann dove, col marito Edouard André, aveva raccolto quanto di più straordinario offrisse il mercato dell’arte di fine Ottocento: centinaia di capolavori del Rinascimento italiano soprattutto, ma anche opere inglesi, olandesi, francesi, sia dipinti che sculture, arredi, mobili e oggetti. Inaugurato nel 1913, in questo 2013 il museo compie dunque 100 anni, sempre lodato e visitatissimo, simbolo perenne di quanto possa ottenere una storia d’amore coniugale vissuta tanto nella disponibilità di enormi capitali, quanto nella passione per l’arte, italiana in particolare. Edouard André (1833-1894) era un militare di carriera, bell’uomo, aitante, figlio di banchieri protestanti arricchitisi con Napoleone I. Dalla famosa accademia di Saint-Cyr uscì con il grado di ufficiale delle Guide, il reggimento d’élite al servizio di Napoleone III con cui combatté nella campagna d’Italia del 1859 (per noi 2° guerra d’Indipendenza) e in quella del Messico. Congedatosi a 30 anni, fu eletto deputato e partecipò agli eventi del 1870-71, tra cui la tremenda debacle contro la Prussia. Deluso dalla politica, decise infine di dedicarsi solo a collezionare arte. Impresa per cui nel 1875 chiese all’architetto Henri Parent di realizzare il grandioso hôtel particulier, oggi museo. Fu in questa fase che conobbe Nélie. Lei era una pittrice non più giovanissima, ma assai nota come ritrattista della buona società. Galeotto fu il ritratto di Edouard che le fu chiesto di dipingere. Quando nel 1881 si sposarono con rito civile nella mairie dell’8° Arrondissement lei aveva 40 anni, lui 47. Senza figli, investirono fortune ed energie per edificare il loro mausoleo. Nélie aveva imparato ad amare l’Italia e il Rinascimento dal suo maestro Ernest Hébert. Edouard fu presto contagiato dalla stessa febbre. Lei dal suo progetto. Iniziarono così i viaggi annuali in Italia e a Firenze. I coniugi André fecero solo acquisti mirati, di selezionate rarità su consiglio di un cenacolo di esperti costituito dai direttori dei maggiori musei. A Parigi Nélie mise a profitto il suo talento di pittrice e il suo gusto naturale per ammobiliare e decorare il piano nobile di Boulevard Haussmann. Edouard organizzò invece il museo italiano. Alla sua morte nel 1894, Nélie ne completò il progetto, spingendosi poi anche in Oriente per arricchire l’imponente collezione. Edouard André e Nélie Jacquemart erano entrambi mossi da profondi valori filantropici e da un altrettanto profonda convinzione: l'arte si condivide. Appassionati del Rinascimento realizzarono al piano nobile della loro dimora un autentico museo privato consacrato al Quattrocento italiano, che essi riservavano agli amici intimi. La scelta delle opere riflette evidentemente i loro gusti: di Edouard per certi dipinti veneziani come lo sconvolgente Ecce Homo di Mantegna; di Nélie per gli artisti fiorentini come Paolo Uccello, Botticelli o Perugino. La sala delle sculture ospita una delle più belle raccolte di marmi italiani del XV e XVI secolo conservate in Francia: da Donatello a Luca della Robbia a Laurana. La sala fiorentina si presenta sia come luogo di culto con opere d’ispirazione religiosa, sia come galleria antologica con dipinti di Botticelli, Botticini, Perugino e il celebre San Giorgio che trafigge il drago di Paolo Uccello. Dominata da un superbo soffitto a cassettoni attribuito a Mocetto la sala veneziata celebra invece Mantegna, Bellini, Carpaccio secondo il tipico decor di un palazzo della Serenissima. Affidando all’Istituto di Francia palazzo e collezioni perché fossero aperti al pubblico, il testamento di Nélie restò fedele al progetto del marito: l’arte deve essere condivisa. Nicoletta Curradi

mercoledì 26 giugno 2013

Bikemobil Card, il biglietto per risparmiare tutelando l’ambiente
Valles-Maranza (BZ) 25 giugno 2013 – Chi ama le due ruote ama i percorsi per biciclette e mountain bike nell’area turistica di Valles-Maranza. Il territorio, situato tra la Val Pusteria e la Valle Isarco, offre tracciati di ogni tipo e difficoltà: nel fresco del bosco, impegnativi in alta quota, più facili per tutta la famiglia. In più tante piste ciclabili curate e attrezzate, affinchè  pedalare tra le valli dell’Alto Adige sia divertente, sicuro e stimolante.   
Sono 105 i chilometri che danno vita alla pista ciclabile asfaltata della Val Pusteria. Con inizio a Rio Pusteria, si estende lungo tutta la valle fino a Lienz nel Tirolo orientale. Dispone di segnaletica lungo i vari itinerari ed è il metodo migliore per scoprire la natura grazie al panorama offerto a tutti coloro che decidono di passare giornate all’insegna dello sport e dello svago. Naturalmente sulle due ruote, utilizzando qualsiasi tipo di bicicletta. Famiglie con bambini, coppie e gruppi di amici possono decidere se intraprendere i percorsi più tranquilli, optare per tracciati con downhill tecnicamente più impegnativi o ancora sentieri piacevoli alla vista dove scoprire le particolarità naturali e architettoniche del territorio.
E se pedalando ci si affatica troppo, per proseguire il viaggio o rientrare in hotel, il treno è pronto a trasportare gli sportivi ospiti. Con la bikemobil card gli spostamenti sono agevolati. E’ un biglietto combinato per l’utilizzo di treno, autobus, funivie e bicicletta a noleggio. Con validità su tutto il territorio altoatesino, è disponibile della durata di uno, tre o sette giorni.
Bikemobil Card: adulti 1 giorno € 24, 3 giorni € 30, 7 giorni € 34; bambini sotto i 14 anni 1 giorno € 12, 3 giorni € 15, 7 giorni €16. I bambini sotto i 6 anni viaggiano gratis sui mezzi di trasporto pubblici.
Area Sci Valles-Maranza      
www.sci-valpusteria.it | Tel +39 0472 886048

Fabrizio Del Bimbo

giovedì 13 giugno 2013

Hotel Tratterhof, dove godere l'equilibrio e la filosofia dell'Alto Adige

Non fa differenza se in estate o in inverno: il panorama che si può ammirare dall’hotel Tratterhof, gestito da diversi anni con calore dalla famiglia Gruber, rimane unico ed emozionante in ogni momento dell’anno. Anche dietro le finestre si nasconde sempre qualcosa di assolutamente affascinante: suite in legno naturale e tipiche stube, mentre una delicata e raffinata cucina preparata dallo chef Viktor sa esaudire ogni desiderio gastronomico. Lo spazioso centro benessere con piscina, reparto beauty e vari tipi di sauna regala momenti rilassanti. D’estate è possibile approfittare, grazie all'Almencard, dell’utilizzo gratuito di tutti i mezzi pubblici regionali, degli impianti di risalita dell’area vacanze Gitschberg Jochtal e dell’ingresso libero in oltre 80 musei del territorio. É ideale per famiglie, coppie, sportivi, giovani, visite culturali, vacanze benessere, soggiorni esclusivi o prolungati. Tra le attività di svago in inverno, gite in slitta, passeggiate con le ciaspole, sci lungo i 44 chilometri di piste del Gitschberg ed escursioni organizzate in hotel. In estate si può scegliere trapasseggiate nei boschi, mountain bike, gite in carrozza, attività sportive per tutti i gusti, visite guidate ai masi, corsi di cucina in hotel e...tanto relax. L'hotel Tratterhof , arredato in toni chiari e caldi, dispone di un’ampia area destinata al benessere con piscina, saune e diverse salette per trattamenti e bagni dalle quali si gode di una splendida vista su Bressanone, l’altopiano delle mele di Naz Sciaves e le Dolomiti. Al pianterreno la cucina a vista, le diverse e accoglienti stuben, l’area di intrattenimento e il bar con angolo caminetto, la cantina dei vini e una saletta apposita per fumatori invitano a trascorrere piacevoli vacanze. Le nuove camere e suite con vista sullo scenario delle Dolomiti sono l’ideale per sonni profondi e tranquilli. Non rimane che prenotare su www tratterhof.it , e partire!
Hotel Tratterhof Maranza Rio di Pusteria www.tratterhof.com Nicoletta Curradi

mercoledì 5 giugno 2013

Proposta per le vacanze: assaggiare la regione di Pilsen con tutti i sensi




La regione di Pilsen organizza ogni anno in diverse città europee presentazioni mirate al sostegno del turismo. Il nostro scopo è far conoscere alle aziende e agli specialisti del settore la storia, bellezze naturali, monumenti storici e manifestazioni culturali presentando la regione più occidentale della Repubblica Ceca come una destinazione turistica di richiamo. In Italia le manifestazioni di questo genere hanno già avuto luogo a Roma, a Bergamo e a Milano riscuotendo un grande successo, quest´anno abbiamo scelto il Trentino, non soltanto per la sua vicinanza geografica, ma anche perchè tra le nostre due regioni già esistono tanti legami storici e culturali.



Il centro naturale della nostra regione è la citta di Pilsen, caratterizzata da una ricca storia culturale, che ci ha lasciato in eredità numerosi monumenti storici importanti. Ci troviamo inoltre le testimonianze di una tradizione di produzione industriale sviluppata, come sono la fabbrica Skoda e la birreria di fama internazionale Pilsner Urquell. Tutto questo insieme alle vaste e diverse attività culturali costituisce il motivo per cui alla città di Pilsen è stata conferita una denominazione di prestigio: il titolo della Capitale europea di cultura 2015.



Un altra località interessante della regione di Pilsen, in cui vorremmo invitare i nostri visitatori, è Chodsko, dove gli usi e costumi tradizionali vivono ancora: vengono mantenuti importanti elementi di folclore, come il dialetto particolare, il costume popolare tradizionale, la musica di cornamusa e l´artigianato tipico.



La stessa delegazione di Pilsen guidata dal vicepresidente della regione Jiri Strucek si presenterà vestita di costumi popolari della zona di Chodsko. I visitatori potranno ascoltare brani di musica di cornamusa e saranno invitati ad assaggiare le specialità gastronomiche locali. Quelli che vogliono sperimentare il sapore di „utopenci “ e „koláče“ oppure godersi una bevuta di famosa birra Pilsner Urquell, sicuramente non si faranno sfuggire questa occasione particolare.



Tutte le informazioni più precise sulla regione di Pilsen si trovano sul sito ufficiale www.touristparadise.com

Fabrizio Del Bimbo
Nicoletta Curradi














Talento Italiano 2013. Dal premio al business




E’ stato il Festival del Turismo Responsabile “ITACA” ad ospitare a Bologna la premiazione del Talento Italiano del Turismo 2013. Nel corso dell’assemblea dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile, sono stati infatti premiati i vincitori di questa edizione: Alberto di Legge di Frosinone e Francesca Gavazzi di Torino, mentre il barese Giancarla Trizio si è aggiudicata il Premio Vivilitalia per il miglior progetto di turismo sostenibile. Menzioni di merito ad altre otto idee, provenienti da ogni angolo d’Italia. Complimenti anche al materano Francesco Garofalo e alla trentina Serena Felicetti (TN), i cui progetti sono stati i più votati sul web, aggiudicandosi un ingresso gratuito alla BTO, Borsa Turismo On line.

La location prescelta quest’anno è stata tanto più importante perché i vincitori hanno potuto presentare le loro idee alle decine di soci AITR presenti: tour operator e grandi organizzazioni come WWF, Legambiente, ARCI. Dopo la premiazione si è tenuto un workshop che ha consentito in diretta agli startupper di confrontarsi con chi nel turismo lavora da tempo, per trasformare da subito le idee in occasioni per fare business e generare reddito. Questa terza edizione del Premio è stato un importante traguardo che consente si stilare un bilancio dell’iniziativa: oltre 120 idee di impresa valutate, presentate prevalentemente da donne (il 62%) e da giovani (70%). Questi risultati incoraggianti hanno spinto a fare un salto in avanti: dare un valore economico alle nuove idee di turismo responsabile diventerà l’obiettivo primario del Premio Talento Italiano per il 2014, in modo da far nascere, soprattutto tra i giovani, il desiderio di creare micro-imprese di successo

“Le start up non possono essere solo legate alle nuove tecnologie, indispensabili ma non sufficienti, ha affermato Diego Albanese, direttore tecnico del Portale Talentiitaliani.it, incubatore del premio, ma devono diventare generatori di nuove idee di turismo responsabile in Italia dove ce n’è tanto bisogno” I promotori del premio AITR, LUISS e SL&A colgono l’occasione per ringraziare Sebastiano Venneri Presidente di Vivilitalia, e quanti hanno concesso il loro patrocinio: Vasco Errani, Presidente delle Regioni, Graziano Delrio Presidente ANCI, Giampiero Sammuri Presidente Federparchi, e BTO, sempre più partner strategico della manifestazione.

Fabrizio Del Bimbo

martedì 4 giugno 2013

Sette milioni dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze per la marginalità sociale




Il welfare è stato individuato quest’anno tra i settori prioritari dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che ha destinato per il 2013 sette milioni di euro all’emergenza sociale, due in più rispetto allo scorso anno. Lo ha annunciato il Direttore generale della Fondazione Renato Gordini incontrando lunedì 3 giugno a pranzo, alla mensa San Francesco Poverino, uno dei luoghi di carità più significativi di Firenze, i vertici dell’istituzione diocesana rappresentati dal Vescovo ausiliare monsignor Claudio Maniago (presidente di Solidarietà Caritas onlus, ovvero il braccio operativo) e il direttore Alessandro Martini.


‘’Abbiamo chiesto – ha detto Gordini, che era accompagnato dal vicepresidente professor Pierluigi Rossi Ferrini e da alcuni consiglieri – di poter condividere questo momento conviviale assieme a loro e agli avventori di ogni giorno perché intendiamo testimoniare concretamente la nostra vicinanza e la nostra attenzione a quanti si adoperano con straordinaria generosità nel campo della marginalità sociale’’. ‘’Con questo gesto – ha proseguito il dg, che ha portato anche il saluto del presidente professor Giampiero Maracchi, impossibilitato a partecipare per impegni improrogabili – abbracciamo idealmente le oltre 150 associazioni di volontariato che sosteniamo ogni anno dando attuazione alla ‘strategia dell’emergenza’ indicata nel nostro Documento Programmatico Previsionale 2013 varato dal Comitato di Indirizzo’’. In particolare è stato rafforzato il contributo agli organismi che operano nel settore alimentare (meritoria è infatti anche l’attività che svolge il Banco alimentare) perché sta diventando sempre più acuta. ‘’E’ chiaro che questo - ha proseguito Gordini - è l’ultimo anello della catena e che, in parallelo, dobbiamo individuare, e l’Ente Cassa lo sta facendo, soluzioni ‘a monte’ che permettano di non arrivare dove siamo oggi. Soluzioni che riguardano il lavoro (per giovani e meno giovani), l’auto alla piccola e media impresa ed agli artigiani, l’assistenza agli anziani e, comunque, tutto ciò che è ricompreso nel walfare in senso lato’’.


Nei confronti della Caritas sono stati stanziati, quest’anno, dall’Ente Cassa 200.000 euro proprio per il servizio mensa e per l’accoglienza dei senza tetto, ma già in passato è stata sostenuta la realizzazione del Centro Accoglienza pluriservizi a Sesto Fiorentino e del Centro la Meridiana di Scandicci che offre una serie di servizi polivalenti: accoglienza notturna, centro diurno di socializzazione e accoglienza, e un centro di accoglienza per minori. Di grande rilievo il finanziamento per la ‘Cittadella della solidarietà’ che nascerà alla periferia cittadina, in via Corelli (zona via Baracca) e che, dopo una lunga fase preparatoria, è ora prossimo alla posa della prima pietra.


‘’L’aiuto dell’Ente Cassa - ha ringraziato il Vescovo Maniago - è dunque determinante per una istituzione che opera nel vasto mondo della marginalità con molteplici strumenti’’. La Caritas, ha spiegato il direttore Martini, è infatti un ufficio diocesano che si occupa dell’ animazione della carità ed opera attraverso percorsi formativi ed educativi nelle parrocchie, nei centri di ascolto parrocchiali, nelle scuole. Il suo organo operativo è la onlus solidarietà Caritas (presieduta da mons. Maniago) che opera sul territorio con circa 1.500 volontari e oltre 100 operatori dipendenti. La Caritas gestisce anche due mense cittadine (che distribuiscono 700 pasti al giorno tutto l' anno, tra San Francesco e quella in Via Baracca, e che nel 2012 hanno registrato un aumento complessivo di avventori del 60% rispetto al 2011) e 22 centri di accoglienza che assistono particolari categorie di bisogno e che ospitano mediamente ogni giorno full-time complessivamente 400 persone: immigrati richiedenti asilo, malati di Aids, donne sole e/o con bambini, bambini e famiglie in cura presso l' ospedale Mayer, persone con problemi di salute mentale, uomini e/o donne senza dimora e che vivono in condizioni di marginalità estrema, minori in difficoltà sociale, detenuti in uscita che sono aiutati nel reinserimento accompagnato nella società. La Caritas gestisce anche un servizio di catering per favorire il reinserimento sociale e due cooperative sociali: San Martino (per la raccolta di stracci e per favorire l' inserimento lavorativo) e San Pietro (per l' accompagnamento nel reinserimento sociale di ex detenuti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino). Sono emanazione della Caritas anche l' associazione Stenone (per l’assistenza sanitaria di extracomunitari e di italiani senza fissa dimora, attraverso poliambulatori gestiti da volontari) e Casa Stenone che assicura il servizio di continuità post ospedaliera alla stessa tipologia di utenza.


MENSA SAN FRANCESCO
La mensa San Francesco (Piazza SS.Annunziata 2) è stata istituita nel novembre 1949 per iniziativa dell’associazione Opera Ritiri che si occupava dell’accoglienza dei viandanti e la sua prima direttrice, chiamata dall’allora arcivescovo di Firenze cardinale Elia Dalla Costa, è stata Maria Giubbi, teologa e partigiana. Con la chiusura dell’associazione la mensa è stata rilevata dall’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa, fondata da don Giulio Facibeni e, nel 2006, la sua gestione è passata alla Caritas. Tra i frequentatori, il mistico don Divo Barsotti, l’ex sindaco Giorgio La Pira, il cardinale polacco Stephan Wishinsky, grande amico di papa Giovanni Paolo II. Lo scorso anno sono stati distribuiti complessivamente oltre 51.000 pasti con una media giornaliera di 180 suddivisi su tre turni (solo a pranzo ed è chiusa la domenica), a partire dalle 11.30. Fino a qualche tempo fa gli avventori erano prevalentemente extracomunitari (soprattutto rumeni, somali e peruviani) e italiani senza fissa dimora, ma da qualche tempo ci sono anche tanti fiorentini che vivono un difficile situazione economica.

Fabrizio Del Bimbo











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